Lunedì 6 Maggio 2024

Vannacci trova un editore: "Pubblicherò io il suo libro. Gli insulti non mi fermano"

Adolfo Morganti, proprietario de ‘Il cerchio’ di Rimini: dal 20 saremo in libreria. "Siamo cattolici e conservatori. Un militare deve avere libertà di parola"

Vannacci trova un editore  "Pubblicherò io il suo libro  Gli insulti non mi fermano"

Vannacci trova un editore "Pubblicherò io il suo libro Gli insulti non mi fermano"

Rimini, 6 settembre 2023 – Dopo il successo su Amazon, era solo questione di tempo prima che qualcuno decidesse di dare alle stampe Il mondo al contrario, il controverso libro del generale Roberto Vannacci. A bruciare tutti sul tempo è stato Adolfo Morganti con la casa editrice riminese Il cerchio. "Il 15 il volume uscirà dalla tipografia, il 20 sarà nelle librerie di tutta Italia. Il 22 ci sarà la prima presentazione ufficiale a Roma".

Morganti, qualcuno potrebbe dire che ha trovato la gallina dalle uova d’oro.

"In realtà la nostra è da sempre una casa editrice di impostazione cattolica e conservatrice. Cerchiamo di opporci alla cosiddetta cancel culture. Una moda americana che mira a punire e silenziare chiunque non si adegui al pensiero dominante".

Nel suo libro però Vannacci esprime pensieri molto forti nei confronti di omosessuali, vegani, migranti e femministe. Condivide le sue opinioni?

"Quando ho visto il modo in cui il generale veniva demonizzato, mi sono incuriosito e ho comprato il libro per verificare di persona se l’immagine caricaturale fatta corrispondeva alla realtà".

La sua impressione?

"Ho trovato un libro imperfetto dal punto di vista formale e grafico. Ma i concetti espressi da Vannacci non erano affatto così beceri. Su alcune posizioni ci troviamo d’accordo, su altre meno".

Trova normale che a esprimere determinanti concetti sia un ufficiale dell’Esercito?

"Non vedo perché a un militare non dovrebbe essere riconosciuta la libertà di parola. E comunque, nell’opera non c’è nulla di penalmente perseguibile".

Qualcuno deve pensarla diversamente, a giudicare dalle critiche feroci sui social.

"Nelle prime 48 ore ci è piovuto addosso di tutto. Offese, insulti, minacce. Un copione tipico della cancel culture".

Non dica che non se l’aspettava.

"Beh, non è la prima volta che finiamo nell’occhio del ciclone. Nel 2000 si scatenò il putiferio a causa di una mostra sul Risorgimento intitolata ‘Un tempo da riscrivere’ che allestimmo in occasione del Meeting di Rimini".

La pubblicazione sarà accompagnata da una serie di presentazioni dal vivo. Non ha paura di ritorsioni o azioni eclatanti?

"Se la sinistra riuscirà a capire che questo gioco al massacro è solo controproducente, allora non ci saranno problemi. Credo comunque che l’ondata di indignazione si esaurirà nel giro di poco".

Come interpreta le polemiche sul progetto ‘Le Marche e l’Oriente - Giuseppe Tucci’, che lei sta portando avanti con il Comune di Macerata?

"Quel progetto non ha nulla a che vedere con la casa editrice e il libro di Vannacci. Come al solito c’è chi ha fatto confusione".