Roma, 24 febbraio 2024 - Il generale Roberto Vannacci è indagato per peculato e truffa. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, l’ispezione ministeriale si è chiusa con almeno tre contestazioni: indennità di servizio per i familiari percepite illecitamente, spese per benefit legate all'auto di servizio non autorizzate, rimborsi per l'organizzazione di eventi e cene che in realtà non sarebbero stati organizzati. La relazione - scrive il quotidiano di via Solferino - è stata già trasmessa alla magistratura e la procura militare procede per peculato e truffa.
Mentre sono ancora in corso le verifiche avviate dopo la pubblicazione del libro 'Il mondo al contrario' - si legge ancora - arriva l'esito dell'ispezione effettuata per ordine dello Stato maggiore della Difesa che riguarda il periodo in cui Vannacci ha ricoperto l'incarico di addetto militare a Mosca. L'informativa finale, scrive il Corriere, "evidenzia criticità, anomalie e danni erariali nelle autocertificazioni e richieste di rimborso depositate", che secondo gli ispettori "devono essere valutate dall'autorità giudiziaria".
Il generale: “Demoralizzato”
"Sono rimasto malissimo. Sono demoralizzato, sfiduciato e preoccupato. Quando un uomo delle istituzioni viene accusato di averle tradite è la peggiore offesa che si possa fare". Sono le prime parole, secondo quanto apprende l'AGI, del generale. L'ufficiale si è confidato per circa 3 ore questa mattina con Domenico Leggiero, presidente dell'Osservatorio Militare e grande amico di Vannacci. "Ci ho parlato due giorni fa, ieri e questa mattina per un tempo lunghissimo, ho perso il conto. E’ abbattuto ma determinato a salvaguardare la sua immagine, il suo operato e la sua onestà”, dice Leggiero. “Ci stiamo confrontando: lui dovrebbe candidarsi con chi è indipendente da un certo sistema e quindi né con la Lega né con Fratelli d'Italia. Gli unici che possono rappresentare le sue idee e tutelare le sue battaglie sono quelli di 'Indipendenza!'", spiega Leggiero.
L’avvocato: “Forniremo chiarimenti”
"Le notizie diffuse oggi dalla stampa riguardo al generale Vannacci risultano fare riferimento ad attività d'ufficio già accuratamente ricostruibili dall'interessato oltre che del tutto regolari. Ovviamente, nel rispetto del codice dell'ordinamento militare, tutti i chiarimenti del caso saranno forniti nelle sole sedi istituzionali", sono le parole del difensore Giorgio Carta. "Contrariamente a quanto riportato, il generale Vannacci è assolutamente sereno, continua la sua attività divulgativa e presenterà le proprie considerazioni nelle sedi opportune", aggiunge il penalista.
La Lega: “La stima aumenta”
"Si tratta della solita inchiesta a orologeria. Vannacci è un uomo amato dai cittadini e scomodo al palazzo. Visto che non riescono a intimidirlo in altro modo ci provano con inchieste e minacce. La nostra stima nei suoi confronti non cambia, anzi aumenta", fanno sapere dalla Lega.
Le verifiche della procura militare
Le verifiche sarebbero durate una decina di giorni e coprono, come detto, l'incarico di
Vannacci come rappresentante militare italiano in Russia, tra il febbraio 2021 e il maggio dell'anno dopo: al setaccio documenti contabili, mail, attestazioni di servizio, testimonianze. La relazione trasmessa alla magistratura, secondo il Corriere della Sera, si articola in tre capitoli: le autocertificazioni sulla base delle quali il generale ha percepito l'indennità di servizio, le spese per feste e cene, l'uso dell'auto di servizio. Nel primo caso, sarebbe emersa "una incongruenza tra la dichiarazione resa da
Vannacci nel 2021 e i dati riscontrati sui passaporti diplomatici di servizio dei propri familiari (visti di ingresso e di uscita dalla Federazione Russa)". In pratica, dubbi sulla effettiva presenza a Mosca di moglie e figlie in determinati giorni.
Vannacci avrebbe poi "chiesto e ottenuto rimborsi per spese sostenute impropriamente per organizzare eventi conviviali per la 'promozione del Paese Italia' presso ristoranti piuttosto che presso la propria abitazione". Nelle liste dei partecipanti agli eventi figurava anche il successore di Vannacci, il colonnello Parrella, che però avrebbe dimostrato di non aver partecipato. Infine, il danno erariale contestato per l'uso della Bmw di servizio: 9mila euro secondo il quotidiano.
Clicca qui se vuoi iscriverti al canale WhatsApp di QN