di Giovanni Rossi
Legittimo l’obbligo vaccinale. La misura sanitaria introdotta dal governo Draghi nel 2021, in piena emergenza Covid, limitatamente agli Over 50 e a specifiche categorie professionali, supera il vaglio della Corte costituzionale. La sentenza, dopo una lunga camera di consiglio, salva il provvedimento più invasivo e discusso del periodo pandemico (non rispettato da oltre 1,9 milioni di italiani). I giudici della Consulta ritengono inammissibili i quesiti inoltrati da cinque uffici giudiziari – Brescia, Catania e Padova, Tar Lombardia e Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Sicilia – e confermano la piena legittimità delle misure introdotte.
Le toghe bocciano la questione dell’impossibilità degli esercenti le professioni sanitarie, se non vaccinati, di svolgere l’attività lavorativa anche quando questa non implicasse contatti interpersonali con i pazienti e gli altri operatori sanitari. Le scelte in materia compiute dal legislatore sono infatti valutate dalla Corte non irragionevoli né sproporzionate. Ugualmente non fondate sono ritenute le questioni proposte dai singoli uffici giudiziari con riferimento all’esclusione dall’assegno del personale sanitario e scolastico nel periodo di sospensione per inadempimento dell’obbligo vaccinale.
La scarna nota della Consulta rimanda un’analisi più dettagliata al deposito della sentenza, ma già consente le prime valutazioni critiche: uno quesiti più pregnanti verteva infatti sulla sicurezza dei vaccini. "La sensazione che avevamo nel periodo peggiore del Covid, quando la gente moriva, che il vaccino potesse essere in realtà la soluzione ottimale per poter uscire da quella condizione drammatica, è confermata dalla Consulta – rileva Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici e degli odontoiatri –. Significa che anche per la Corte i vaccini sono strumento fondamentale per garantire la salute".
Continuano a non pensarla così i no vax che mercoledì avevano manifestato davanti alla Consulta con tricolori stretti al collo, cartelloni e felpe con scritte inneggianti alla libertà. Toni accesi – "ricatto di Stato" – anche durante l’udienza pubblica degli avvocati dei dipendenti e dei professionisti sospesi per non essersi vaccinati. "La destra se ne farà una ragione: la tutela della salute pubblica viene prima di tutto", twitta Simona Malpezzi, presidente dei senatori dem. E Maria Stella Gelmini, ministra agli Affari regionali del governo Draghi e ora senatrice di Azione, avvisa l’esecutivo Meloni: "Respinga il revisionismo no vax e non faccia passi indietro". Ritenute legittime anche le sanzioni ai non vaccinati scattate ieri: 1,9 milioni, da 100 euro l’una.