Vaccini Covid, Figliuolo: "Possibile terza dose". Ma incognita sui tempi

Il commissario straordinario in audizione alla Camera. "Necessario passare dall'emergenza a una gestione ordinaria"

Il commissario Covid Francesco Figliuolo (Ansa)

Il commissario Covid Francesco Figliuolo (Ansa)

Roma, 7 giugno 2021 - Si aprono nuovi scenari sull'eventuale terza dose di vaccino anti Covid. A paventarli il commissario all'emergenza Coronavirus, Paolo Francesco Figliuolo. Considerati gli attuali scenari della pandemia, "potrebbe essere prevista la necessità di almeno un'ulteriore dose", ha detto il generale in audizione in commissione Bilancio alla Camera. Un'ipotesi, quella del richiamo aggiuntivo che però i virologi nei giorni scorsi avevano invitato a prendere con cautela. La terza dose (seconda nel caso di Johnson & Johnson)  non dovrebbe comunque arrivare in un orizzonte temporale breve, ma potrebbe - eventualmente - essere somministrata tra più di un anno, nell'autunno 2022.

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"Ad oggi - ha infatti aggiunto Figliuolo - non è definita la durata della protezione del vaccino: la maggior parte degli scienziati crede che possa essere di circa un anno, ed è chiaro che sulla base di questa stima dobbiamo organizzarci per fare i richiami. Proprio stamane ho avuto una video call con il ministro della Salute Speranza e il capo della Protezione civile Curcio ed abbiamo ragionato anche di questo". "Il nostro compito è quello di pianificare, per noi il 2022 è già ieri", ha detto ancora.  Figliuolo. 

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La "poderosa e complessa" macchina della struttura commissariale, ha poi spiegato Figliuolo, si è rivelato e si sta rilevando uno strumento "efficace e straordinario", ma ha sottolineato la necessità che si passi, "gradualmente nei prossimi mesi", a una gestione ordinaria "delle attività sanitarie da parte delle amministrazioni centrali e locali competenti". Infatti "l'ordinarietà della gestione dell'attività vaccinale futura che, stante gli attuali scenari, potrebbe prevedere la necessità di almeno un'ulteriore dose, così come gli interventi di supporto al sistema sanitario nazionale, agli istituti scolastici e a ogni altra articolazione del Paese supportata dalla Struttura del commissario, dovrà tornare ad essere governata dalle strutture dello Stato preposte". Si tratta di un passaggio fondamentale, ha aggiunto ancora Figliulo, che non può prescindere dal coinvolgimento di tutte le realtà del Paese a partire dalla Regioni e dalle province autonome con le quali il "confronto è stato e continua a essere di vitale importanza per la creazione delle condizioni necessarie a mettere in sicurezza" l'Italia

"L'obiettivo - ha ribadito Figliuolo - da raggiungere nella campagna vaccinale è la vaccinazione dell'80% della popolazione nazionale entro settembre di quest'anno, compresa la platea che va dai 12 ai 15 anni, che inizialmente era esclusa per motivi sanitari. È probabile che rimarranno minime percentuali di irraggiungibili alla, ma oggi circa l'83% degli over 80 ha ultimato la procedura vaccinale".

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Copertura per il ritorno a scuola

Il commissario straordinario si è poi soffermato sul ritorno a scuola. "Attesa l'irrinunciabile valenza sociale ed educativa della didattica in presenza, è stato chiesto di garantire, prima dell'inizio dell'anno scolastico, la massima copertura possibile di tutta la popolazione studentesca, nelle fasce di età per le quali i preparati farmacologici saranno disponibili", ha dichiarato Figliuolo. "Proprio recentemente, a seguito dell'estensione dell'indicazione terapeutica del vaccino Cominarty (BioNTech/Pfizer) fino a soggetti di età pari o superiore a 12 anni - ha ricordato il generale - è stato chiesto alle Regioni e alle Province Autonome di dare immediata attuazione a tale estensione utilizzando linee dedicate negli hub vaccinali e facendo il più ampio ricorso ai pediatri di libera scelta".

Peraltro i presidi dovranno "rendere sicura la permanenza" a scuola dei bambini e dei ragazzi che sceglieranno di non vaccinarsi. "Il vaccino è uno dei pilastri della lotta al virus - ha detto il generale - ma per me nessuno mai deve essere discriminato: finché ci sono le leggi che permettono la non obbligatorietà, chi organizza l'attività scolastica deve mettere in campo tutto quello che è possibile" per garantire a "coloro i quali, per scelta personale o dei propri genitori, abbiano pensato legittimamente di non vaccinarsi, di rendere sicura la loro permanenza negli istituti scolastici". "Il mio auspicio - ha concluso - è che ci possa essere il massimo coinvolgimento nella campagna, poi sono scelte di coscienza e personali che io rispetto".

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