di Viviana Ponchia
Malinconico, insaziabile, fortunato. Maurizio Costanzo ammetteva che quell’incastro imperfetto lo aveva salvato dalla depressione e dalla sua parente stretta, la noia. "Nel mio studio ci sono dodici schermi sintonizzati su dodici canali. Gli impegni non mi hanno mai stancato. Credo che se smettessi di lavorare morirei, non mi vedo a giocare a bocce". No, niente bocce. Ma alla morte, come tutti quelli che fanno domande, chiedeva un preventivo: "Quando sarà vorrei morire senza accorgermene, senza soffrire, con la mano in quella di Maria…Non era mai successo con le mie donne precedenti".
Maria De Filippi si era detta onorata però con franchezza aveva cercato di smarcarsi: "Non so se ne sarò capace. Troppo dolore. Non voglio che mi resti come ultimo ricordo l’intreccio di quelle dita". Sull’argomento lui ci teneva a precisare che non si trattava di attaccamento ad oltranza alla vita: "Non temo la scomparsa ma di restare per tanto tempo fermo in un letto. Ho mentito a mia moglie sul mio stato di salute perché è apprensiva e sulle malattie condividiamo lo stesso terrore". È stata la quarta compagna ufficiale dentro quel viaggio strepitoso di cui non rimpiangeva niente. Scherzava: "Ce ne ho messo di tempo per trovare quella giusta. Non si può riuscire al primo colpo".
La donna più potente del mondo dello spettacolo, la conferma di un fiuto innato per il talento: "In tante coppie uno dice dell’altro che ne è orgoglioso, ma non è scontato. Io lo sono davvero perché Maria è la testimonianza che ci ho visto giusto".
Spiegava la ricetta del loro amore: "L’affetto e il rispetto. L’affetto è una cosa ben più seria dell’amore. Se sono romantico? Beh sì, anche se lo nascondo". Il ritratto si compone: romantico, malinconico, insaziabile. E fortunato, sì: "Perché ho fatto del mio unico hobby il mio lavoro. Perché nel 1993 mi sono salvato per uno scarto di dieci secondi da un attentato al tritolo ordito dalla mafia. Perché ho una moglie, tre figli, quattro nipoti. Tornerei indietro solo perché sono, anche, un uomo esagerato".
Quattro matrimoni, cinque contando la convivenza con Simona Izzo. La prima moglie fu Lori Sammartino, fotoreporter di 14 anni più vecchia, sposata nel 1963 quando lui ne aveva 25. Pura chimica, affinità elettive, affetto reciproco mai venuto meno. Lo ammise: durò poco perché si innamorò di una segretaria della Mondadori. Poi la folgorazione per la giornalista Flaminia Morandi ("Era bellissima"), che per sposarlo nel 1973 chiese il divorzio dal collega Rai Alberto Michelini e diventò la madre dei suoi figli, Camilla e Saverio. Arriva quindi come una burrasca Simona Izzo, "una storia importante in cui abbiamo lavorato insieme, litigato insieme, fatto la pace insieme". Seguito da una seconda mareggiata sentimentale con Marta Flavi, diventata sua moglie nel 1989 e poi ex causa incompatibilità e tradimenti. Un anno appena, e cinque per avere il divorzio. Anche perché era spuntata Maria: "Lo cacciai di casa, sentivo che c’era un’altra ma non avrei mai pensato a lei – ha confessato la conduttrice –. Ora la ringrazio per avermelo portato via".
Lui a quel punto si diceva pacificato: "Sono sincero fino in fondo, non ho segreti. Pago le tasse, mi piacciono le donne, ma sono solo flirt virtuali. È stato più facile avere qualche segreto sentimentale vent’anni fa. Ora non più". Il 28 agosto 1995, giorno del suo 57esimo compleanno, Maurizio Costanzo sposa Maria De Filippi in Comune di Roma davanti al sindaco Francesco Rutelli. "Ho sempre sperato di avere un’unione duratura, di condividere un’esistenza. Non rinnego il passato, la vita va vissuta per quella che è. Per fortuna ho incontrato lei". Intanto i maligni dicevano che si concedeva un ménage à trois con Maria e Paola Barale. E gli anni passavano, la gente parlava e la loro storia restava in piedi, rafforzata dall’adozione del figlio Gabriele. Indecifrabile vista da fuori, inevitabile per il maestro che dall’allieva dice di avere imparato tanto, anche ad andare in vacanza.