"Servono nuove regole". È la richiesta che arriva in coro da diverse categorie contro l’odio in rete, cyberbullismo e diffamazione. Avvocati e politici chiedono di fare di più, dall’istituzione di nuove figure a una formazione a scuola. "Ritengo sia fondamentale l’istituzione di un garante dei
social che possa intervenire con le piattaforme", spiega l’avvocato Riccardo Lanzo (nella foto) che tra i suoi assistiti ha persone che lavorano sul web. "Si chiede ai social di fare la loro parte implementando un servizio di controllo", sottolinea. Il legale parla di una figura simile al garante della privacy o all’Agcom "che possa intervenire in tempi celeri". Un altro tema che ritiene poi importante è quello dell’inserimento del documento d’identità al momento della registrazione sui social, proprio per contrastare utenti fake e troll "che inquinano la rete", ma che qualcuno vede "come una compromissione della libertà d’espressione". Un intervento sul codice penale – definito "antiquato" – è quello che chiede il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè. I
social, sottolinea il deputato di Forza Italia, "non da oggi, sono diventati un’arena sanguinaria". Per l’avvocato Giuseppe Vaciago, esperto di diritto delle nuove tecnologie, una regolamentazione esiste, approvata nel 2022, è entrata in vigore all’inizio di quest’anno: si tratta del Digital services act, "una normativa validissima". Tutte le scuole, secondo Vaciago, devono fare "un intervento di consapevolezza del problema per cercare di cambiare la mentalità".