COSTA VOLPINO (Bergamo)
Pugni al volto e alla testa, prima di accanirsi su Sara con le forbici prese da un cassetto in cucina. Una trentina i colpi inferti con violenza tra collo, testa e viso della 18enne. Per questo il pm Golluccio contesta a Jashandeep Badhan, 19 anni, indiano, l’omicidio volontario aggravato dalla crudeltà. Ieri ha incaricato il medico legale per l’autopsia, non ancora fissata, mentre oggi alle 10 si terrà l’interrogatorio di convalida davanti al gip all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove Badhan è stato trasferito. Manca ancora il movente. Perché Jashandeep ha ucciso Sara Centelleghe, studentessa: frequentava l’Istituto Piana di Lovere.
Il delitto si è consumato nell’appartamento al terzo piano della palazzina a Costa Volpino. Quella sera il 19enne aveva bevuto, ma si cerca di chiarire se avesse assunto anche droga, forse cocaina. Gli inquirenti stanno approfondendo la sua condizione psicofisica, se fosse in cura, o lo sia stato. Deep conosceva bene l’amica 17enne con cui Sara aveva passato la sera. C’è un messaggio alle 23.30, "incontriamoci", ma senza il luogo e l’ora. A un certo punto l’amica lascia l’appartamento di Sara per raggiungere un distributore di bibite. Ma non si incontra con Deep. Lui passa dai box che collegano la palazzina, dove vive con i genitori e due fratelli, a quella della vittima. Sale le scale fino al terzo piano, apre la porta (forse è convinto di trovare anche l’amica). In camera dorme Sara Centelleghe.
"Chi sei?", gli urla lei dopo essersi svegliata e averlo trovato davanti al letto. C’è una colluttazione, poi il 19enne si accanisce sulla ragazza. Alla fine, lui si rimette le ciabatte che aveva perso, ma sono bagnate di sangue e non riesce a camminare perché i piedi scivolano. Così prende le ciabatte in mano e fugge a piedi scalzi, lasciando orme insanguinate sul pianerottolo. Una volta a casa, si mette a dormire. Lo svegliano i carabinieri al mattino. In caserma Deep arriva da testimone, ma nel confronto i militari notano che Badhan tiene la mano destra in tasca. Lo invitano a mostrarla: ci sono dei tagli e gliene chiedono conto. Lui, elettricista in una ditta di Endine, prima dice di essersi infortunato sul lavoro, poi, davanti alle insistenze degli investigatori, ammette tutto. "Non so perché l’ho fatto", dice nell’interrogatorio in cui lo assiste l’avvocato Fausto Micheli. "Bisogna fare qualcosa, è ora di finirla, non possono sempre passarla liscia. È una questione di cultura che è sbagliata: bisogna cominciare da quando sono piccoli a fare capire che le donne non vanno trattate così", lo sfogo del papà di Sara Centelleghe, Vittorio, su Rai 1. "Ormai – ha detto – ogni giorno viene uccisa una ragazza, una donna, senza motivo. Mia figlia per cosa è morta? Mi chiedo: perché?".