Lunedì 7 Ottobre 2024

Treviso, donna uccisa a coltellate mentre prende il sole. L'assassino si costituisce

Si è presentato in caserma con ancora in mano il coltello insanguinato. Teatro del delitto, le sponde del Piave. La vittima trovata agonizzante da un escursionista

Donna uccisa a coltellate: i carabinieri sul luogo del delitto (Ansa)

Donna uccisa a coltellate: i carabinieri sul luogo del delitto (Ansa)

Roma, 23 giugno 2021 - È stata uccisa a coltellate senza alcun motivo, mentre prendeva il sole sulle rive del Piave. Colpita da fendenti in più parti del corpo, soprattutto al collo e alla schiena: è morta così oggi Elisa Campeol, 35 anni, titolare di un bar che gestisce a Pieve di Soligo (Treviso) assieme ai genitori. Era stesa al sole su un lettino pieghevole, sui bordi sassosi del fiume, nel parco pubblico dell'"Isola dei Morti", a Moriago della Battaglia, quando alle sue spalle è arrivato armato di coltello un 34enne della zona, sofferente di turbe psichiche. Un uomo senza alcuna occupazione, che convive i genitori.  Dopo aver pugnalato a morte Elisa, l'assassino si è recato spontaneamente - con in mano ancora il coltello insanguinato - nella caserma dei carabinieri di Valdobbiadene (Treviso), dove è stato interrogato a lungo, e dove si trovava ancora in serata, assistito dal suo avvocato.

Ritrovata ancora in vita

A trovare la povera Elisa è stato un escursionista, che seguiva il corso del Piave. L'uomo è giunto casualmente sul punto del delitto circa un'ora dopo l'aggressione: la donna era ancora in vita, agonizzante. Ma si è rivelato inutile l'allarme lanciato al 118 e alla centrale dei Carabinieri: i sanitari subito accorsi hanno tentato di rianimare la giovane, ma purtroppo senza risultati. 

L'assassino si costituisce

Mentre le fasi del soccorso della donna, purtroppo inutili, non erano ancora terminate, l'uomo - ora indagato per l'omicidio - aveva già suonato al citofono della stazione dell'Arma di Valdobbiadene, distante una dozzina di chilometri, per autoaccusarsi del delitto. Con sè aveva portato anche l'arma, un coltello a lama lunga insanguinato, riposto in uno zainetto, che ha sostenuto di aver utilizzato. L'uomo ha fatto le prime ammissioni al pubblico ministero della Procura della Repubblica di Treviso Gabriella Cama.

Le indagini

Gli accertamenti sulla dinamica e sulle ragioni del gesto, non hanno per ora condotto a spiegazioni plausibili dell'omicidio: vittima e assassino non si conoscevano neppure. Sul luogo del delitto, oltre al lettino, è stata ritrovata anche la borsa della donna: non mancava nulla, il che fa escludere l'ipotesi di una rapina. Anche la pista dell'aggressione a sfondo sessuale sarebbe stata per ora esclusa. L'unica spiegazione alla feroce aggressione andrebbe ricondotta per ora al disagio mentale dell'assassino. 

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