Domenica 5 Maggio 2024

Tamponi e mascherine poi tutti vicini Maxi test per riaprire le discoteche

Il 5 giugno in duemila a Gallipoli all’aperto, poi a Milano al chiuso: biglietto elettronico per il tracciamento

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di Giovanni Rossi

La pista è quella giusta. L’Italia della notte vuole riaprire, e il popolo della disco – in protratta astinenza – già balla per l’eccitazione. Primo esperimento sabato 5 giugno. Al Praia di Gallipoli (in duemila all’aperto) e probabilmente al Fabrique di Milano (al chiuso) legioni di ragazzi saranno tamponati da un insolito destino. Per entrare, il look conterà meno di zero, mentre saranno indispensabili Green pass (certificato vaccinale, o referto antigenicomolecolare negativo entro le 36 ore precedenti, o attestato di guarigione) e biglietto elettronico comprato per tempo. Altre novità: mascherine sì, distanziamento no. Per qualche ora ci si potrà abbracciare con il conforto di sentimenti, scienza e legge. Poi, all’uscita, nuovo tampone per capire se il virus si sia diffuso (in pista, nei bagni o nei privé), con tracciamento garantito dalla modalità d’acquisto elettronica – se eventuali positività, anche nei giorni successivi, emergessero.

È la grande scommessa della Silb-Fipe, la principale associazione italiana del settore. Se l’esperimento "modello Livepool" funziona, il settore riparte. E dalla Romagna al Veneto, dalla Liguria alle Marche, dalla Campania alla Sardegna, l’attesa è fortissima. "Da 14 mesi siamo chiusi, tranne una piccola parentesi in cui hanno potuto riaprire le discoteche all’aperto, ma stiamo parlando dell’11% delle attività. Il settore è collassato, il 30% ha chiuso definitivamente. Siamo stati dimenticati", commenta (amaro) il presidente Maurizio Pasca. E il pensiero torna al 2020, quando le discoteche chiusero subito dopo Ferragosto gettando nello sconforto non solo i gestori – privati degli incassi e oberati da scorte di alcolici e bevande oltre che da affitti mensili talvolta a quattro zeri – ma anche adolescenti e giovanissimi ormai sicuri della normalità faticosamente riconquistata. Qualcuno lo ricorda? Fu proprio un’affollatissima festa al Praia di Gallipoli con dj Bob Sinclair alla console ad approfondire il solco tra popolo della notte e autorità sanitarie all’epoca di contagi in improvvisa risalita.

Ecco perché, quasi in extremis, arriva la puntata di categoria per salvare l’estate. Al governo e al commissario Figliuolo la Silb-Fipe offre una contropartita supplementare: "La nostra disponibilità a organizzare open day per i vaccini anche nelle discoteche affinché sempre più giovani riescano a vaccinarsi. Serviranno gazebo e spazi esterni, ma se il governo lo ritenesse opportuno ne potremmo discutere". Un’ipotesi innovativa, anche sul piano simbolico. Già alcune discoteche "sono diventate centri vaccini", rivendica Pasca, rappresentante di un settore che prima della pandemia muoveva 1,8 miliardi, e con le sue 2.800 aziende, oltre a dare lavoro a 100mila persone, costituiva un elemento decisivo dell’attrattività italiana, mentre ora rappresenta – suo malgrado – un disvalore rispetto alla concorrenza estera. A dispetto di "ristori irrisori", la voglia di ripartire e di contribuire alla vittoria sulla pandemia prevale sulla rabbia per lo stigma piovuto sul mondo del divertimento: "Prima si vaccinano tutti, prima si torna alla normalità, ognuno dia il suo contributo".

Intanto è già pronto il protocollo sanitario per la riapertura di tutti i locali in modalità Covi-free, redatto con la consulenza del virologo e assessore alla sanità pugliese, Pierluigi Lo Palco, e del primario del San Martino di Genova, Matteo Bassetti. Entro 24 ore, "dopo l’ultima riunione della categoria, consegneremo il documento al Comitato tecnico scientifico affinché sia valutato", comunica Pasca. Ai mastini del Cts i gestori assicurano serietà e severità: nessuna deroga al Green pass, misurazione della temperatura all’ingresso dei locali, sanificazione degli ambienti, materiali monouso e tracciabilità della clientela. Basterà? Milioni di giovani già incrociano le dita.