Lunedì 29 Aprile 2024

Sul podio dopo il trapianto: "È iI dono di mia moglie"

Vince ai Mondiali di sci con il rene espiantato cinque mesi prima alla consorte "I medici erano d’accordo, ho fatto la preparazione insieme a mio figlio".

Sul podio dopo il trapianto: "È iI dono di mia moglie"

Sul podio dopo il trapianto: "È iI dono di mia moglie"

Una gara a cui non avrebbe mai pensato di poter partecipare è diventata uno straordinario risultato sportivo e personale, solo cinque mesi dopo il trapianto di rene da una donatrice d’organio speciale: sua moglie. È la storia è di un ingegnere edile di 49 anni, Paolo Manera, di San Giacomo di Roburent (Cuneo), operato con successo all’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. Ai Campionati mondiali invernali per trapiantati, sulle nevi di Bormio, in Valtellina, Manera ha battuto i grandi favoriti della categoria, soprattutto austriaci e croati.

Un successo ancor più straordinario perché ai quella gara, l’ingegnere non avrebbe neppure potuito partciapre, perché è il regolamento della manifestazione, organizzata da una società londinese, ammette solo concorrenti ad almeno un anno dal trapianto. "Ma i medici hanno dato il loro benestare – spiega il 49enne – dopo tutti i controlli fatti e la preparazione, insieme a mio figlio. E quindi ho ottenuto il lasciapassare. La reazione del mio organismo al trapianto è stata ottima, devo ringraziare mia moglie per il dono immenso che mi ha fatto". Ora ripensa ai giorni difficili prima del trapianto, reso necessario da una malattia genetica: "Già 12 anni fa mia moglie Giulia si era offerta di donarmi un rene – racconta Manera – io avevo paura, ma la competenza e l’assistenza dei medici mi hanno convinto. E devo riconoscere che il trapianto è la migliore medicina possibile".

Paziente e donatrice hanno un gruppo sanguigno diverso, una situazione che ha richiesto un attento periodo di analisi ed esami per entrambi, prima dell’approvazione per il trapianto. Un percorso seguito alla Nefrologia Dialisi e Trapianti dell’ospedale Molinette, diretta dal professor Luigi Biancone, responsabile del Programma di Trapianto Rene. Poi l’intervento, eseguito dalle équipe di chirurghi vascolari ed urologi delle Molinette. "La potenza del trapianto renale, soprattutto quando avviene da donatore vivente, continua a sorprenderci – commenta Biancone – In breve tempo può cancellare anni di malattia e sofferenza, come dimostra chiaramente questo caso. Tutto ciò è reso possibile dalla generosità dei donatori, grazie ai quali si possono salvare numerose vite".

red. int.