Scontri all’Università La Sapienza di Roma dove era attesa la riunione del Cda e del Senato accademico in merito agli accordi di ricerca con Israele, argomento incandescente. Due gli arrestati dopo il tentativo di irruzione prima al Senato accademico e poi al commissariato sotto al quale si erano radunati i manifestanti: uno è fermato per danni a un’auto della polizia, l’altro per l’aggressione un agente.
La giornata inizia con due studentesse, Martina e Letizia, incatenate al totem davanti all’ingresso del Rettorato per "richiedere lo stop degli accordi dell’università con Israele e le dimissioni della rettrice dalla fondazione Med Or, e termina con supplementi di tensione prima davanti al rettorato, poi fuori dalla città universitaria: gli studenti sostengono che tre di loro siano rimasti leggermente feriti durante le tre cariche ravvicinate della polizia. Feriti alcuni agenti che ricevono la solidarietà del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del presidente del Senato Ignazio La Russa.
In mattinata circa 300 studenti, principalmente dei collettivi, assieme a docenti universitari, ricercatori e personale amministrativo, in attesa degli esiti della riunione del Senato accademico e del Cda, si radunano per una breve conferenza stampa. Davanti al rettorato, prima della partenza del corteo, due docenti, il professor Giorgio Mariani che insegna letteratura americana e la professoressa Laura Guazzone, docente di storia contemporanea dei Paesi arabi, leggono l’appello firmato da 2500 tra studenti, ricercatori, amministrativi e 150 docenti dell’ateneo in cui si spiegano le ragioni della protesta e si chiede al Senato accademico di sospendere gli accordi con gli atenei israeliani. Poi gli studenti percorrono le vie della città universitaria e i corridoi delle facoltà di Lettere e Scienze politiche, sventolando bandiere, intonando slogan e lanciando slogan soprattutto contro la rettrice Antonella Polimeni, accusata di non volere un vero confronto con gli studenti e di non essersi dimessa dalla fondazione Med Or. "Boicottare Israele, fuori la guerra dall’università, vergogna, assassini", gli slogan dei manifestanti via via più arrabbiati al filtrare di notizie sgradite.
La Sapienza boccia infatti le principali richieste dei manifestanti. Nel dettaglio, "rifiuta l’idea che il boicottaggio della collaborazione scientifica internazionale, la rinuncia alla libertà della didattica e della ricerca, e la negazione delle associate responsabilità di ogni singolo ricercatore, possano favorire la pace e il rispetto della dignità umana" anche se esprime innanzitutto "dolore e orrore per l’escalation militare e per la conseguente crisi umanitaria in corso in Palestina". Cda e Senato accademico aderiscono poi al partenariato con An-Najah National University, Unimed e Palestinian Student Scholarship Fund per il completamento dell’istruzione universitaria gratuita degli studenti residenti nella Striscia di Gaza. Agli studenti non basta e scattano i disordini con successive accuse alla polizia di aver calcato la mano.
Dura la presidente del Consiglio Giorgia Meloni: "Piena condanna per le violenze avvenute oggi da parte dei collettivi a Roma. Devastazioni, aggressioni, scontri, assalti a un rettorato e a un commissariato, con un dirigente preso a pugni. Questo non è manifestare, ma delinquere. La mia solidarietà a forze dell’ordine e docenti". Per il prefetto di Roma Lamberto Giannini,"manifestare le proprie idee è un diritto costituzionale che contiene in sé il concetto di confronto e ripudia, per sua stessa natura, ogni forma di violenza". Oggi nuova mobilitazione.