Martedì 30 Aprile 2024

Spostato tra ospedali, muore a quattro anni La mamma: infettato da un batterio

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Non ce l’ha fatta Domenico Bandieramonte, bimbo di 4 anni originario di Lampedusa, che per giorni ha lottato tra la vita e la morte. Nella notte il suo cuore ha smesso di battere all’ospedale San Vincenzo di Taormina, nel Messinese, dove era giunto in condizioni disperate da Messina. Il piccolo lo scorso 29 giugno si era sentito male. "Aveva vomito, un virus intestinale come hanno tanti altri bambini", dice la mamma che adesso chiede giustizia. I genitori hanno presentato una denuncia e la salma del piccolo è stata posta sotto sequestro. "Voglio sapere perché hanno fatto questo a mio figlio?", continua a ripetere la madre puntando il dito contro gli ospedali di Catania, dove il piccolo è stato portato subito dopo aver accusato i primi malesseri.

Secondo la ricostruzione della donna, il piccolo il 30 giugno arriva al Garibaldi nuovo di Catania, dove i medici, dopo averlo visitato, lo dimettono. Passa qualche giorno, ma le condizioni di Domenico non migliorano. "Ci sono ritornata e mi hanno di nuovo dimessa, dicendo che non aveva niente", ricostruisce la mamma. Il 4 luglio la famiglia va al San Marco di Catania. "Ci tengono 4 ore e mezzo su una sedia con Domenico che stava male. Poi ci mettono in osservazione, fanno le analisi del sangue e dicono che aveva il glucosio e il sodio basso. Restiamo tutta la notte. L’indomani gli mettono un sondino dal naso e il bambino inizia a stare male".

È l’inizio dell’odissea del piccolo Domenico, che viene trasferito al Policlinico, sempre di Catania. "Iniziano a fargli i martiri, gli calano di nuovo il sondino nel naso, ma Domenico stava troppo male. Dopo 7 ore trascorse così lo trasportano dentro un sacco blu in codice rosso e in fin di vita a Messina". Domenico ha un primo arresto cardiaco. "Aveva contratto una infezione da enterococco, un batterio che gli ha infettato tutti gli organi". Da Messina viene disposto il trasferimento in condizioni disperate all’ospedale di Taormina, dove i medici salvano gli organi, ma poi gli diagnosticano un edema cerebrale. Nella notte il tragico epilogo.