e Nicola Palma
La "fine del mondo" può attendere. Non stiamo parlando di imminenti scenari apocalittici, bensì del nome del concerto-evento che il 6 maggio avrebbe dovuto sancire la definitiva consacrazione del trapper Baby Gang sul prestigioso palco del Forum di Assago. Oggi, però, il condizionale è più che mai d’obbligo, visto che l’artista Zaccaria Mouhib, fenomeno musicale con 2,2 milioni di follower su Instagram e diversi guai arretrati con la giustizia, è finito nuovamente agli arresti domiciliari per una storia dai contorni ancora da chiarire. Partiamo dagli elementi certi. Il primo: un ragazzo, che si è definito "suo amico", è stato ricoverato in ospedale una settimana fa con un foro alla gamba sinistra provocato da un "colpo di arma da fuoco". Il secondo: il ferito ha dichiarato ai carabinieri (anche se non avrebbe ancora sporto denuncia) che a sparare sarebbe stato proprio il ventiduenne Baby Gang, nella casa di Lecco in cui in quel momento era sottoposto alla misura alternativa dell’obbligo di dimora e in cui da mercoledì si trova ai domiciliari con braccialetto elettronico. Il terzo: la perquisizione degli investigatori dell’Arma ha portato al ritrovamento nell’abitazione di Mouhib di una pistola ad aria compressa con relative munizioni metalliche, sulla quale verranno effettuati accertamenti per capire se il colpo sia stato esploso proprio da quell’arma.
Fatto sta che il cantante – che pare si trovasse in compagnia del manager Mounir Chakib alias Malippa – è stato denunciato per lesioni personali aggravate dai militari della Compagnia di Lecco, con relativa segnalazione ai magistrati della Procura di Milano che si sono occupati dell’indagine sulla sparatoria di corso Como dell’estate 2022, costata a Baby Gang una condanna in primo grado a 5 anni e 2 mesi di reclusione. A loro volta, i pm hanno inoltrato al Tribunale una richiesta di sostituzione della misura dell’obbligo di dimora con quella dei domiciliari. Istanza accolta dalla settima sezione penale del Tribunale, che nell’ordinanza emessa due giorni fa ha "ravvisato un aggravamento del pericolo di reiterazione di fatti analoghi". E ancora: i giudici Tremolada-Gallina-Pucci hanno ritenuto "che le circostanze esposte" abbiano evidenziato due aspetti: da un lato, "la pervicacia dell’imputato nel procacciarsi e utilizzare strumenti atti a offendere, malgrado la sottoposizione a misura cautelare"; dall’altro, "l’assoluta inadeguatezza del presidio non custodiale in atto ad arginare il pericolo di recidiva".
Da qui l’ulteriore decisione di "revocare le autorizzazioni già concesse" per motivi di lavoro – sulla falsariga di quelle che hanno permesso a Mouhib di esibirsi a settembre in uno spettacolo di Lazza all’Ippodromo e a novembre di duettare al Fabrique col catalano Morad – e di "rigettare le ulteriori istanze in tal senso pervenute" dal legale Niccolò Vecchioni "e non ancora evase". Tradotto: niente più incisioni in studio né uscite per attività promozionali o partecipazione a eventi pubblici. Mancano più di tre mesi alla serata già sold out del Forum (per la quale il lasciapassare non è stato ancora richiesto), ma le premesse appena elencate riducono al lumicino le chance di via libera all’esibizione. "Non mi va di fare la vittima e di parlare tanto, ma io ancora oggi non capisco di cosa mi stanno accusando e penso manco loro", ha scritto in un post il diretto interessato. "È un anno che sono fuori – ha aggiunto sui social – e in quest’anno non ho mai sgarrato nessuna prescrizione del giudice, per quello ho avuto la possibilità di esibirmi e di poter fare quest’anno i palazzetti".
Poi la domanda ai fan: "E secondo voi? Dopo tutto ciò, vengo a bruciarmi tutto per una minchiata che non so ancora di cosa si tratta. Dio è grande e vede tutto: l’ingiustizia che mi fate in questa terra la pagherete nella prossima vita".