Venerdì 25 Luglio 2025
REDAZIONE CRONACA

Padova, si risveglia dall'ictus e parla italiano con accento straniero

E' il primo caso in Italia di "sindrome di accento straniero"

Ospedale (Ansa)

Padova, 17 luglio 2020 - Si risveglia dall'ictus e parla italiano, ma con un accento slavo. Quello accaduto a un 50enne italiano sembrava un ictus come tanti, in Italia se ne contano circa 200mila l'anno. E invece è il primo caso in Italia della "Sindrome da accento straniero". Circa tre anni fa, il paziente è stato colpito da una lesione celebrale. Risvegliato e superata brillantemente la degenza clinitica, non ha presentato deficit cognitivi permanenti e ha riniziato a parlare, ma con un accento straniero. Slavo, per l'esattezza. 

Il caso è stato preso in esame dal team, guidato da Konstantinos Priftis, del Dipartimento di Psicologia Generale dell'Università di Padova. "In tutta la letteratura medica sull'argomento, dal 1800 a oggi, su 115 casi si contano 112 pazienti con lesione all'emisfero cerebrale sinistro e insorgenza di sindrome da accento straniero al risveglio - ricorda l'Università di Padova -. Mentre sono solo 3 le persone colpite da ictus all'emisfero cerebrale destro, sempre con sindrome da  accento straniero al risveglio: quello recentemente pubblicato dal team di ricerca padovano-bergamasco è uno dei rarissimi tre e il primo in Italia". La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Cortex.

"A differenza di tutta la casistica riportata in letteratura negli ultimi 220 anni - spiegano Konstantinos Priftis e Lorella Algeri -, il paziente italiano, con lesione emisferica destra e sindrome da accento straniero al risveglio, è stato approfonditamente studiato per tre anni, attraverso un'analisi longitudinale complessa". Il paziente, continuano i ricercatori, "assolutamente guarito da un punto di vista clinico, ha acquisito al risveglio un accento e cadenza di origine slava, sebbene non abbia mai soggiornato in paesi con caratteristiche fonetiche di tale area geografica e non abbia avuto contatti duraturi con persone di quelle regioni". La particolarità del caso, quindi "è dovuta al fatto che l'area corticale posta nel lobo frontale sinistro sia quella cruciale per la produzione del linguaggio, mentre il paziente è stato colpito da ictus nella parte destra". 

Serena De Pellegrin e Marika Gobbo, dell'Uoc Clinica Neurologica Azienda Ospedale Università di Padova, spiegano: "Abbiamo analizzato il messaggio vocale - suono per suono, vocale per vocale - prima dell'ictus e abbiamo confrontato lo stesso testo fatto registrare al paziente dopo l'ictus per vedere le alterazioni. Per ogni step, pre e post ictus, il messaggio è stato segmentato in singoli frammenti - articolo, nomi, verbi ecc. - mediante uso di un software per l'analisi acustica. Di ogni segmento sono stati estratti i valori delle formanti, le bande di frequenza che riflettono la configurazione del tratto vocale, durante l'articolazione del singolo suono di vocali e consonanti. La registrazione è poi stata trascritta in fonetica mediante Ipa (l'International Phonetic Alphabet), il sistema di scrittura alfabetico utilizzato per rappresentare i suoni delle lingue nelle trascrizioni fonetiche - da due operatori indipendenti allo scopo di verificare che i suoni (foni) prodotti fossero appartenenti alla lingua madre". 

 La medesima procedura si è applicata alla registrazione post ictus. A distanza di tre anni dall'ictus, la segmentazione e trascrizione sono state eseguite di nuovo con una terza valutazione allo scopo di capire se persistesse il deficit di accento. I foni si generano mediante un luogo e un modo specifico di articolare l'apparato della parola. "Il confronto tra pre ictus e post ictus ha evidenziato, dopo il danno cerebrale, la sostituzione di suoni di vocali e consonanti della madrelingua con altri non identificabili con la cadenza italiana - chiariscono Priftis e Laura Barachetti, Usc Neuropsichiatria Infantile ospedale Papa Giovanni XXIII -. La lesione cerebrale ha causato nel paziente una modificazione del luogo e del modo di articolare alcune vocali che ha generato nell'ascoltatore la percezione dell' accento straniero: ipotesi in linea con un ipometabolismo del cervelletto".  

"Le conclusioni sono che il caso italiano sia imputabile a un episodio accertato per la prima volta di calo del metabolismo al cervelletto sinistro e che" la sindrome "possa essere causata da una rarissima mutazione genetica - osservano i ricercatori -. Questa seconda ipotesi apre uno scenario affascinante e nuovo nella programmazione del linguaggio: la mutazione genetica porterebbe a utilizzare anche la parte destra nell'uso del linguaggio, facoltà questa deputata da sempre solo all'emisfero sinistro".