Giovedì 25 Aprile 2024

Sindacato a luci rosse Molestie sui dipendenti Si dimette la leader dei lavoratori danesi

Lizette Risgaard, 62 anni, è a capo della corporazione unica dal 2015. È accusata da 8 giovani collaboratori. Ma c’è chi pensa sia una trappola.

Sindacato a luci rosse  Molestie sui dipendenti  Si dimette la leader  dei lavoratori danesi

Sindacato a luci rosse Molestie sui dipendenti Si dimette la leader dei lavoratori danesi

di Roberto

Giardina

È stata denunciata per molestie da otto suoi giovani collaboratori. Lizette Risgaard, 62 anni, è bionda, alta, e autorevole, dal 2015 capa del FH, il Fagbègèstens Hovverdorganisation, cioè dell´unione dei sindacati, la prima donna ad essere eletta presidente. È stata costretta a gettare la spugna, anche se aveva ammesso di aver esagerato, e che il suo comportamento era stato poco opportuno, e ha chiesto scusa. A Copenhagen non basta.

A riportare lo scandalo sono i giornali popolari Ekstrablatt e Berlinske. Il sindacato avrebbe voluto regolare la vertenza con discrezione, ma ora ne parla tutto il Paese e non è più possibile. I giovani molestati hanno sui trent´anni, o anche di meno, e la stampa elogia il loro coraggio, e la decisione di denunciare gli abusi di potere della loro capa. Li ha palpeggiati in più occasioni, o nelle feste d’ufficio li ha costretti a ballare con lei, stringendoli troppo, la signora aveva il vizio della mano morta.

Lizette non ha mai nascosto le sue origini popolari, ha cominciato a lavorare da come donna delle pulizie, poi è diventata cameriera in una mensa aziendale, e grazie agli studi è riuscita a diventare impiegata, e a fare carriera. È autoritaria, ammette. Appena eletta al vertice ha subito licenziato i quattro collaboratori dello staff: posso andare avanti da sola, non ho bisogno di aiutanti. Ma c’è qualcuno che sospetta una manovra politica dietro lo scandalo sessuale. Lizette ha un grande potere, forse troppo, la FH unisce 79 sindacati, un milione e 300mila lavoratori in un paese di sei milioni di abitanti. La signora può decidere le sorti di un governo, mettere in difficoltà la premier Mette Frederiksen, 47 anni, o far cadere un ministro.

Nei mesi scorsi è stata in prima linea nel combattere la decisione del governo di abolire una festività, la Storebededag, il giorno della preghiera, per sovvenzionare le nuove spese militari per aiutare l´Ucraina, e fronteggiare Putin sul Baltico. Inoltre il governo vorrebbe introdurre la coscrizione obbligatoria decisa per sorteggio anche per le donne. Solo Norvegia e Svezia hanno un servizio militare obbligatorio per le ragazze. "Si va contro la tradizione sindacale del paese, ha denunciato Lizette, i contratti vengono decisi bilateralmente dalle singole unioni sindacali con le aziende. Lo Stato finora non è mai intervenuto". E molti economisti dubitano che la rinuncia a una festività avrebbe conseguenze positive sui conti pubblici. E Lizette è sta messa a tacere.

La Danimarca, ha ricordato la capa dell’unione sindacale, è da sempre un paese pacifista. Nel ´68, si era proposto, per scherzo ma non troppo, di abolire le forze armate, e di sostituirle con una segretaria telefonica: bastava chiamare un numero e i danesi avrebbero risposto "ci arrendiamo". La signora Risgaard ha deciso di non lottare: "Per me in prima linea viene il sindacato, dobbiamo restare uniti, le mie faccende personali rischiavano di indebolirci".