Sabato 18 Maggio 2024
CLAUDIA MARIN
Politica

Ronzulli (Forza Italia) "Cuneo fiscale e Irpef sono le nostre priorità Extraprofitti da rivedere"

La capogruppo azzurra al Senato: garantire più soldi in busta paga "Il nostro obiettivo è portare le pensioni minime a mille euro. Ma le risorse sono limitate, giusta la prudenza di Meloni e Giorgetti".

Ronzulli (Forza Italia)  "Cuneo fiscale e Irpef  sono le nostre priorità  Extraprofitti da rivedere"

Ronzulli (Forza Italia) "Cuneo fiscale e Irpef sono le nostre priorità Extraprofitti da rivedere"

di Claudia Marin

Il cantiere della manovra è aperto e per oggi è in programma un incontro di Giorgia Meloni con i capigruppo: quali sono le vostre priorità?

"L’Italia e gli italiani. Dobbiamo avere ben presente che non esiste lo Stato senza i cittadini e i cittadini non sopravvivono senza lo Stato. Proprio per questo motivo dobbiamo pensare a una legge di Bilancio che tenga conto delle difficoltà e delle esigenze di famiglie, lavoratori e imprese, allo stesso tempo evitando di far saltare i conti del Paese – avvisa Licia Ronzulli, capogruppo dei senatori di Forza Italia –. L’abbiamo fatto nella precedente manovra, lavorando in tempi strettissimi, lo faremo a maggior ragione in questa. Con senso di responsabilità e usando la diligenza del buon padre di famiglia, penseremo a chi vive nel disagio e fa fatica ad arrivare alla fine del mese, e rilanceremo l’economia, mettendo le imprese nelle condizioni di assumere e di essere quel volano farà marciare spedita l’Italia".

Scendiamo nel merito, a partire dalle pensioni minime, un vostro cavallo di battaglia.

"Il capitolo delle pensioni rappresenta da sempre la pietra miliare di Forza Italia, insieme alla riduzione delle tasse. Il presidente Berlusconi si è sempre battuto per fare in modo che fossero dignitose. Ricordo che le alzò già nel 2001. Anche nel 2022 l’aumento delle minime ha rappresentato uno dei punti cardine del nostro programma, poi confluito in quello del centrodestra. Lo scorso anno le abbiamo portate a 600. Auspichiamo in ulteriore ritocco quest’anno, nell’ottica di realizzare l’obiettivo di portarle a 1000 euro entro la fine della legislatura. Su questo registro una convergenza dei nostri alleati".

L’altro fronte è quello del taglio del cuneo fiscale: potrà essere confermato?

"Lo scorso anno siamo intervenuti sul taglio del cuneo fiscale, portandolo al 7 per cento per i redditi fino a 35mila euro, con un ulteriore punto in meno per i redditi fino a 25mila euro. Quest’anno puntiamo a rendere strutturale la misura. Il nostro obiettivo è che i lavoratori possano contare stabilmente su più soldi in busta paga".

Ci potrà essere anche un primo step di riforma e riduzione dell’Irpef?

"Rappresenta la madre di tutte le riforme. Il presidente Berlusconi ha sempre sostenuto che minori tasse portano maggiore denaro a disposizione degli italiani e minore evasione fiscale: pagare meno ma pagare tutti. Questo significa un aumento del potere di spesa e una conseguente spinta all’economia. È tutto presente nel programma di Forza Italia, compresa la riduzione da 5 a 3 aliquote Irpef. Per questo la riforma del governo, che prevede una diminuzione del carico fiscale per i redditi medi, va nella migliore direzione possibile".

Punterete a far cambiare anche la tassazione degli extraprofitti delle banche?

"Credo che su questo ci sia, da parte di tutti, una grande disponibilità e un’apertura costruttiva ai nostri emendamenti, che puntano a migliorare il provvedimento. Forza Italia ritiene che questo prelievo debba essere una tantum, che non coinvolga i piccoli istituti di credito, che dal prelievo vengano esclusi i rendimenti dei titoli di Stato e che questa imposta sia deducibile. Comprendiamo il principio in base al quale tutti, comprese le banche, siano chiamati a dare il proprio contributo, data la congiuntura economica. Ma questo non può rappresentare uno shock sul nostro sistema finanziario".

Meloni e il ministro Giorgetti, però, hanno avvisato che le risorse sono limitate. Come trovare la quadra?

"Questa si chiama serietà. La premier e il ministro dell’Economia invitano tutti a fare un tuffo nella realtà, non vendono sogni, non dissanguano le risorse dello Stato per comprarsi il consenso. La responsabilità di guidare una macchina che si chiama Italia viene prima di ogni cosa, e se la si porta a sbattere ne paghiamo tutti le conseguenze. Questo, i cittadini devono averlo ben presente: meglio una scomoda verità, accompagnata da un serio lavoro per trovare soluzioni concrete, che misure suicide: quelle che hanno devastato i conti pubblici e alle quali chi è arrivato dopo, cioè noi, deve rimediare".

Si riferisce al Superbonus?

"Mi riferisco al reddito di cittadinanza o al Superbonus. È bene chiarirlo: quest’ultima misura quando è nata aveva un obiettivo condivisibile, con la crisi post-Covid avrebbe rappresentato un booster per rimettere in moto l’economia. Noi siamo stati fedeli al principio sostenuto dal presidente Berlusconi: quando l’edilizia va, tutto va. Ma la norma è stata scritta malissimo, soprattutto sotto l’aspetto dei controlli. Abbiamo avuto 12 miliardi di euro di truffe, che equivalgono a mezza manovra di Bilancio. Fossi in Conte, eviterei quindi di parlare".

È ipotizzabile arrivare a un’intesa sul salario minimo con le opposizioni e nel caso non si riesca voi porterete avanti la vostra proposta?

"Se le opposizioni si arroccano sul salario minimo per legge non ci siamo. Se vogliono trovare una soluzione insieme con la maggioranza, ben venga. Noi continueremo a sostenere che il salario minimo per legge rischia di spingere le imprese ad abbassare gli stipendi. Al contrario, siamo convinti che estendere la contrattazione collettiva, risolverebbe gran parte del problema e combatterebbe in modo efficace la piaga dei contratti pirata".