Venerdì 26 Luglio 2024

Il ritratto segreto della donna amata in dono per Natale 65 anni dopo

Cremona, trovato per caso e consegnato all’ignara destinataria di Gabriele Moroni

Il quadro

Il quadro

Cremona, 30 dicembre 2014 - Ha 86 anni. È una donna rimasta riservata, schiva. Ai cronisti ha fatto chiedere dai familiari che non venisse rivelato neppure il suo nome di battesimo. La chiameremo Giovanna e chiameremo Mario il suo compagno di una vita, l’uomo che l’amava e che un giorno decise di farla ritrarre in un quadro. Una quadro che Giovanna ha ricevuto con un ritardo di sessantacinque anni, la vigilia di Natale.

È la fine degli anni ’40. Cremona, come tutta Italia cerca di medicare le ferite della guerra, di ricostruire, di risalire. È una ripresa difficile, tormentata. Sotto le macerie, come scrive Giovannino Guareschi, soffia il vento leggero della speranza. Mario e Giovanna si conoscono in ambiente scolastico, si amano all’istante, si ameranno per tutti i quarant’anni che trascorreranno insieme. Fino a quando Mario non prenderà il congedo definitivo.

I sogni, i progetti, come tante giovani coppie. Ogni giorno c’è da affrontare la dura prosa della vita. Però c’è spazio anche per un refolo di poesia. Un giorno Mario decide che Giovanna merita qualcosa di particolare, di unico, una testimonianza della sua devozione per lei. Per esempio un ritratto, come quelli che i pittori di nome fanno alle regine, alle principesse delle case regnanti, alle grandi dame, alle dive del cinema. Perché anche Giovanna non deve averne uno?

Un amico di Mario ha il padre ferroviere con la passione del dipingere. Sarà lui a eseguire il ritratto. All’insaputa della fidanzata, Mario consegna al pittore una fotografia che Giovanna gli ha dato all’inizio della loro relazione. Nell’immagine in bianco e nero Giovanna appare con i capelli lunghi e vaporosi, grandi occhi, espressione intensa, due fili di perline al collo, un giacchino con grossi bottoni. Bella ragazza, ancora più bella per Mario che la guarda con gli occhi dell’amore.

Il ritratto viene ultimato. Giovanna non lo riceve. Perché? Solo due persone avrebbero potuto spiegarlo. Il ferroviere-pittore se n’è andato da molto tempo. Mario ha lasciato sola Giovanna un giorno del 1989, cinque lustri fa, e Giovanna è rimasta fedele al suo ricordo. Chissà. Forse la morte prematura del pittore. Forse Mario ritardava la consegna perché voleva che quello fosse il regalo della vita, che Giovanna dimenticasse per un momento i segni del tempo rivedendosi com’era all’inizio della loro storia, poco più che ventenne. Non lo sapremo mai. E alla fine non è neppure così importante. Questa favola d’altri tempi si avvia verso la sua conclusione felice. Pochi giorni fa. Il figlio del pittore è nella vecchia casa del padre. Rovista in soffitta, fra gli oggetti, i ricordi, le cose inutili di cui negli anni nessuno ha avuto il cuore di disfarsi. Spunta una scatola. Dentro c’è un quadro che raffigura una ragazza. E questo? L’uomo osserva la tela, ma sì, è Giovanna, la compagna del suo amico, quella ritratta dal padre. Una ripulita. Giovanna avrà il dono di Mario.

Come ogni giorno di vigilia, l’uomo è in casa di Giovanna per gli auguri. Sta per regalarle un Natale speciale, da non dimenticare. Racconta Giulio (questa volta il nome non è di fantasia), nipote di Giovanna: «Questo signore è un amico di vecchia data. Gli auguri della vigilia sono una tradizione. Si è presentato con il quadro. La zia è rimasta prima molto sorpresa, poi si è commossa. Ha controllato la foto. Era lei, senza dubbio. Forse ha realizzato solo in un secondo tempo la grandissima sorpresa che aveva ricevuto. Il quadro è in casa sua, la zia non ha ancora deciso dove appenderlo, però è sicuro che rimarrà lì».Fine della storia. Una storia che meritava di essere raccontata.

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