Venerdì 26 Luglio 2024

“Pistola sempre in mano a Pozzolo”. Il caposcorta di Delmastro ricostruisce cosa è successo la notte di Capodanno

Il colpo partito durante i festeggiamenti di Capodanno ha ferito il genero del caposcorta, che avrebbe urlato al deputato: “Mi hai sparato, almeno chiedimi scusa”

Torino, 19 febbraio 2024 - Il caposcorta del sottosegretario Delmastro fa luce sulla vicenda Pozzolo e lo sparo partito alla festa di Capodanno a Rosazza, nel biellese. L'arma del deputato FdI Emanuele Pozzolo, da cui è partito il colpo che ha ferito Luca Campana, 31enne, genero del caposcorta del sottosegretario, “è sempre stata in mano a Pozzolo”, afferma agli inquirenti l’ispettore della polizia Pablito Morello, come raccontato dal quotidiano La Stampa. Nelle sue parole, contenute negli atti dell'indagine, c'è la ricostruzione della scena dopo lo sparo. Il caposcorta era “l'unico a fianco a lui (Pozzolo) dal lato sinistro, in piedi al di sopra del tavolo”. Poi c'è lo sparo. “Pozzolo, spaventato e sorpreso ha come lasciato cadere la pistola sul tavolo”.

"Istintivamente l'ho presa in mano per evitare che urtasse il tavolo”, continua il racconto di Morello, che aggiunge: “essendo ancora calda e fumante ho percepito il calore sulla mano e l'ho appoggiata sul piano del tavolo”. All'interno di quella stanza della sede della Pro loco erano presenti almeno una ventina di persone.

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Il deputato Emanuele Pozzolo (Ansa)
Il deputato Emanuele Pozzolo (Ansa)

Ai carabinieri Morello avrebbe detto ancora: "Mi sono assicurato di allontanare

Pozzolo dall'arma rimasta sul tavolo, per poi collaborare a soccorrere il ferito che stava inveendo contro il deputato”, anche parlando ai soccorritori con un cellulare. “Mi hai sparato, almeno chiedimi scusa”, è la frase che Campana avrebbe urlato a

Pozzolo.

Secondo il padre suo figlio Maverick avrebbe poi preso in mano la North American per consegnargliela "dicendomi di ritirarla per sicurezza. L'ho presa e non sapendo dove custodirla l'ho appoggiata su di una mensola a muro, in alto”. Dagli esami sulle tracce di dna, trovate sull'arma, ad aver toccato la pistola risulterebbero stati Pozzolo, Morello e il figlio Marevick.