di Giovanni Serafini
Nessun rammarico, nessuna marcia indietro. Alla vigilia di una manifestazione ad altissimo rischio, oggi a Parigi e nelle principali città francesi, Emmanuel Macron si è mostrato inflessibile: la riforma è legge e non si tocca. "Fra i sondaggi a breve termine e l’interesse del Paese, scelgo quest’ultimo", ha detto intervistato ieri in televisione. E ha aggiunto: "Se è necessario accettare l’impopolarità, lo farò". Sicuro di sé, quasi strafottente quando ha ricordato che gli restano ancora quattro anni di mandato e che ha il vantaggio di non preoccuparsi di essere rieletto (la Costituzione lo vieta dopo due mandati), ha detto che varare questa riforma non gli fa piacere, ma che non aveva scelta: "La legge deve entrare in vigore entro la fine dell’anno per evitare che il deficit peggiori. Il numero dei pensionati cresce mentre cala quello di chi paga i contributi. Non si può andare avanti in questo modo". Uniche ammissioni, quella di non aver saputo convincere la Francia della bontà della decisione e non avere studiato misure sufficienti per i lavori usuranti.
Subito dopo Macron è partito all’attacco: "Le folle che si sono mobilitate non hanno alcuna legittimità, è solo attraverso la voce dei parlamentari eletti che il popolo sovrano deve esprimersi". E ancora: "Né l’opposizione né i sindacati sono stati capaci di presentare progetti alternativi". E infine: "A proposito delle violenze di questi giorni, non sarà tollerato nessun eccesso. E’ inaudito che poliziotti e sindaci siano aggrediti e minacciati di morte, ed è assurdo che si continui con scioperi e blocchi organizzati. Rispetto il diritto di manifestare, ma non il ricorso alla violenza".
Non sono esattamente le parole adatte a placare la rabbia che da settimane serpeggia nelle strade. Le reazioni non si sono fatte attendere. Marine Le Pen ha definito "privo di sostanza" l’intervento televisivo del presidente, "ormai rimasto solo con sé stesso". Il segretario generale della CGIL, Philippe Martinez, ha parlato di "intervista lunare, piena di disprezzo per milioni di persone". "Il presidente vive al di fuori della realtà", ha incalzato il leader della France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon. La segretaria dei Verdi, Marine Tondelier, ha parlato di "glaciale autosoddisfazione", mentre per Aurélien Pradié, deputato della destra moderata Les Républicains, "Macron sta giocando col fuoco".
Oggi sciopero nazionale e manifestazioni in tutto il Paese, treni e metropolitane col contagocce, distributori di carburante semivuoti, aeroporti in difficoltà a Roissy e Orly. 12 mila poliziotti saranno schierati per evitare disordini, 5 mila solo a Parigi per sorvegliare un corteo che attraverserà tutta la città. Macron sarà a Bruxelles per il vertice europeo; tornerà domenica per accogliere re Carlo d’Inghilterra, in visita a Parigi per tre giorni.