di Alberto Pieri
"E il vecchietto dove lo metto?". Motivo antico, problema attuale. Anzi, attualissimo. Circa un milione di anziani soli ricoverati in ospedale resta almeno una settimana più del necessario in reparto senza valido motivo clinico, ma solo perché non ha assistenza a casa. È la stima del Fadoi (Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti) che mette in guardia sull’improprio sovraccarico di costi sanitari e di posti letto addebitabile a questa emergenza sociale. I numeri sono presto fatti: i ricoveri annuali in medicina interna sono circa un milione; la metà dei ricoverati, quindi 500mila, è over 70 e spesso non ha nessun parente che possa seguire il post degenza, così almeno la metà di questo gruppo anagrafico – pari a 250mila anziani ogni anno – finisce per gravare su corsie e bilancio assai più del necessario, per un totale di 2,1 milioni le giornate di degenza in eccesso. Un numero che influisce non poco sull’intasamento degli ospedali e che, considerando il costo medio di una giornata di degenza (pari a 712 euro secondo l’Ocse) totalizza un miliardo e mezzo di euro di spesa annuale sottratta all’autentica assistenza sanitaria. Inoltre, se si allarga lo sguardo al totale annuale dei ricoveri ospedalieri (5 milioni), gli occupanti indebitamente i reparti risultano più di un milione. Un problema.
Nel dettaglio, una ricerca condotta dal Fadoi – in 98 strutture di medicina interna – svela infatti che dalla data di dimissioni indicata dal medico a quella reale passa oltre una settimana nel 26,5% dei casi, da 5 a 7 giorni nel 39,8% dei pazienti, mentre un altro 28,6% di degenti sosta dai due ai quattro giorni più del dovuto. Il 75,5% dei pazienti anziani rimane impropriamente in ospedale perché non ha nessun familiare o badante in grado di assisterli in casa, mentre per il 49% non c’è possibilità di entrare in una Rsa. Il 64,3% protrae il ricovero oltre il necessario perché non ci sono strutture sanitarie intermedie nel territorio, mentre il 22,4% ha difficoltà ad attivare l’assistenza domiciliare.
Non si pensi però alle medicine interne come a parcheggi per anziani soli. Quelli che vengono ricoverati sono infatti pazienti complessi, che nell’80,6% dei casi richiedono comunque oltre sette giorni di degenza. Il problema è soltanto uno: quasi mai la data firmata delle dimissioni corrisponde a quella effettiva.