
Pantani, riaperto il caso sul Giro del 1999
È passato un quarto di secolo da Madonna di Campiglio. E a distanza di più di 25 anni (giugno 1999) si indaga ancora sui fatti che portarono alla squalifica di Marco Pantani (foto) da un Giro d’Italia praticamente già vinto e su cui aleggia l’ombra della criminalità organizzata con la gestione delle scommesse clandestine. La Procura di Trento, guidata da Sandro Raimondi, ha riaperto le indagini su un ipotetico complotto per alterare le analisi del sangue del ‘pirata’ a Madonna di Campiglio per poi escluderlo dalla Corsa Rosa che stava dominando. Dietro ci sarebbe stato il giro degli scommettitori legati alla Camorra: il campione andava eliminato dalla gara perché era il favorito, anche nelle puntate. La nuova inchiesta in realtà è stata avviata un anno fa dopo gli esiti dei lavori della commissione Antimafia. Esiti secondo cui bisognava indagare ancora sulle "anomalie" legate a quella vicenda.
L’altra mattina, nel carcere di Bollate (Milano), è stato sentito Renato Vallanzasca, che, essendo in condizioni di salute precarie, non sarebbe riuscito a rispondere alle domande. Fu infatti il bel René, una ventina di anni fa, a raccontare che, durante la sue detenzione, era stato avvicinato da un altro detenuto, un camorrista, che gli avrebbe detto di non scommettere sul Pirata perché quel Giro "non lo avrebbe finito". Un’inchiesta, poi archiviata, fu aperta dalla Procura di Forlì. Ora Trento ci riprova. L’indagine è per ora senza titolo di reato e indagati. Per ora ci sono corpose memorie dei legali dei genitori di Pantani.
Marco Principini