I cuccioli orfani dell’orsa Amarena – uccisa a fucilate la sera del 31 agosto da un 56enne di San Benedetto dei Marsi, in Abruzzo – sono stati localizzati. I piccoli vagavano in una zona di campagna – non lontano dal luogo in cui l’animale è stato ammazzato – dove si suppone abbiano trovato rifugio dopo la morte della madre.
"Il personale del Parco Nazionale li sta monitorando – spiega il sottosegretario all’Ambiente e alla sicurezza energetica Claudio Barbaro, con delega alla biodiversità e alle aree protette – perché, allo stato attuale, la cattura potrebbe comprometterne l’incolumità".
La presenza in zona di troppi turisti e curiosi non facilita però le operazioni. "Invito a non recarsi sul posto senza giustificato motivo – è l’appello sui social del presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio –. Il modo più opportuno per contribuire alla messa in sicurezza dei cuccioli è lasciar lavorare gli specialisti nelle migliori condizioni possibili".
Amarena, tra i simboli di questa zona d’Abruzzo, non aveva mai manifestato segnali di aggressività. "La sua uccisione è un episodio grave su cui faremo chiarezza – aggiunge Barbaro –. Un caso isolato in un’area in cui non esiste conflittualità tra questa specie e le popolazioni rurali che convivono da decenni con questi animali. Un caso che non deve peraltro alterare il percorso di approfondimento della situazione in Trentino, sicuramente diversa, dove va ricreata una compatibilità essenziale tra la presenza dell’uomo e gli esemplari tutelati con normative unionali, nazionali e internazionali".
Non si placano intanto le proteste degli animalisti e delle associazioni. Secondo il Club Alpino Italiano: "Gesti simili non potranno certamente portare soluzioni utili, ma solo a un inaccettabile imbarbarimento dei conflitti".
Oggi è in programma un sit in di protesta per l’orsa, nei pressi del luogo dell’uccisione dell’animale e dell’abitazione di Andrea Leombruni, indagato per la morte di Amarena. Il 56enne ha dichiarato nei giorni scorsi di avere "Sparato per paura". "Non volevo uccidere – ha detto – . L’ho trovata dentro la mia proprietà è stato un atto impulsivo, istintivo". L’animale aveva attaccato il pollaio di Leombruni la sera di giovedì scorso. La Procura di Avezzano ha aperto un fascicolo nei confronti dell’uomo che ora rischia dai 4 mesi ai 2 anni di reclusione.
"Giustizia per Mamma Orsa Amarena – riporta il manifesto degli animalisti con la foto del 56enne – definito "il killer" – e quella dell’animale riverso sotto la cancellata della casa-azienda di Leombruni, titolare di un laboratorio che insacca salumi e porchette. L’edificio resta sotto sorveglianza dopo le minacce ricevute sui social, mentre i legali di Leombruni invocano la scorta per il loro cliente.
Loredana Del Ninno