Mercoledì 11 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Fatto a pezzi perché voleva denunciarli, ergastolo agli assassini di Mahmoud

La Corte d’assise di Genova ha riconosciuto le aggravanti, accogliendo le richieste della pm. Il barbiere 19enne fu ucciso nell’estate del 2023, il suo corpo ritrovato in mare di Santa Margherita Ligure senza testa

Ahmed Kamel Abdelwahab detto "Tito" (s) e Mohamed Ali Aly Abdelghani detto "Bob" (immagine d'archivio)

Ahmed Kamel Abdelwahab detto "Tito" (s) e Mohamed Ali Aly Abdelghani detto "Bob" (immagine d'archivio Ansa)

Genova, 7 novembre 2024 – I due imputati accusati dell’omicidio di Mahmoud Abdallah, 19enne egiziano trovato senza testa e senza mani a largo di Santa Margherita Ligure la scorsa estate, sono stati condannati all’ergastolo. 

Kamel Abdelwahab, detto Tito Abdelwahab Ahmed Gamal Kame, detto Bob sono stati giudicati dalla Corte d’assise di Genova, che ha accolto le richieste della pm. I due sono stati riconosciuti colpevoli di omicidio aggravato da premeditazione e motivi abietti e dovranno scontare l’ergastolo con isolamento diurno. 

Tito era stato il primo a confessare, durante le indagini, ammettendo che i due aveva agito perché il giovane – che lavorava per loro nella barberia di Sestri Ponente – li voleva denunciare per lo sfruttamento lavorativo a cui era sottoposto e per i mancati pagamenti. I due imputati hanno cercato, durante le sedute in aula, di scaricare la colpa l’uno sull’altro. 

L’avvocata di parte civile Silvana Bianchi ha detto che i giudici hanno confermato “i sospetti del fratello di Mahmoud”. La difesa ha già annunciato il ricorso in appello

Fatto a pezzi e messo in valigia

Mahmoud Abdallah era un barbiere egiziano 19enne che lavorava in una barberia di Sestri, gestita da Tito e Bob e di proprietà del fratello di quest’ultimo. Il giovane è stato ucciso con alcune coltellate – una ha raggiunto il cuore – nell’estate del 2023 a Sestri Ponente, nell’appartamento che condivideva con i suoi assassini. Il suo corpo è stato infilato in una valigia, portato a Chiavari e, una volta sezionato, abbandonato nel torrente Entella. Il cadavere è stato ritrovato nel mare a largo di Santa Margherita Ligure, ma la testa non è mai stata recuperata. 

Secondo la versione ricostruita dalla pm Daniela Pischetola, a cui la corte ha dato oggi credito, Tito e Bob hanno agito insieme, con premeditazione. I due complici avrebbero mentito per tutta la durata delle indagini e del processo, cercando di far cadere la responsabilità del delitto l’uno sull’altro. 

I gestori della barberia avrebbero deciso di uccidere il loro dipendente perché Mahmoud minacciava di denunciare i due per le pessime condizioni di lavoro a cui era sottoposto se non gli avessero pagato gli stipendi arretrati. Secondo le indagini, lo stipendio del ragazzo ammontava a 500 euro al mese, anche se in aula Tito ha dichiarato che Mahmoud ne prendeva 1500. Inoltre, il giovane voleva andare a lavorare nel negozio di un concorrente a Pegli.