Mercoledì 24 Aprile 2024

Omicidio di Luca Sacchi, il legale della famiglia: "Autopsia esclude droga nel suo corpo"

Il principale sospettato della morte del 24enne avrebbe confidato: "Non volevo ucciderlo". Ma Gip scrive: "Volontarietà indiscutibile". Spunta testimone che conferma l'aggressione alla fidanzata, messa in dubbio da un video

Valerio Del Grosso, uno dei due fermati per l'omicidio di Luca Sacchi (Ansa)

Valerio Del Grosso, uno dei due fermati per l'omicidio di Luca Sacchi (Ansa)

Roma, 28 ottobre 2019 - "Oggi l'autopsia ha escluso la presenza di droga nel corpo di Luca", queste le parole dell'avvocato Armida Decina, il legale della famiglia di Luca Sacchi, ucciso nella notte tra mercoledì e giovedì davanti al John Cabot, pub in zona Appio, nella Capitale. Dopo gli esami clinici effettuati per l'espianto degli organi, risultati negativi, "anche i nuovi test ripetuti per scrupolo hanno dato lo stesso esito", ha ribadito il legale. 

"Non volevo ucciderlo, il rinculo della pistola me lo ha fatto colpire in testa", avrebbe riferito Valerio Del Grosso, accusato dell'omicidio del personal trainer ad alcuni amici la sera dopo i tragici fatti. Sulla morte giovane di 24 anni, ucciso con un colpo di pistola calibro 38 alla testa, emergono nuovi particolari, riportati dalle 8 pagine di ordinanza di custodia cautelare con le quali il gip di Roma, Corrado Cappiello, ha convalidato il fermo dello stesso Del Grosso e Paolo Pirino, l'altro 21enne indiziato dell'omicidio.  

Ma secondo il gip la "la volontarietà dell'omicidio, quantomeno sotto il profilo del dolo eventuale, appare indiscutibile, tenuto conto dell'arma impiegata, della distanza ravvicinata, nonché della zona del corpo della vittima presa di mira nel corso di una rapina violenta". Nell'ordinanza di custodia cautelare si legge anche che ci sarebbe un punto di contatto tra Luca Sacchi e la rete di sospetti pusher guidata da Valerio Del Grosso. Era Giovanni, "un amico intimo" della vittima, "pregiudicato per reati inerenti agli stupefacenti", scive il Gip. Rintracciato dagli inquirenti il pregiudicato ha "confermato la sua presenza" nel locale "in compagnia di Luca e Anastasia" ha, però, "negato di conoscere Del Grosso e i due testimoni".

L'avvocato Alessandro Marcucci, che insieme a Valerio Spigarelli assiste Valerio del Grosso, ribadisce: "Non era sua intenzione uccidere il povero Luca, su questo siamo fermi in maniera categorica. Come già detto al gip, ha chiesto scusa e si è dichiarato pentito per quel che che è successo, ma non aveva intenzione di uccidere, è stata una disgrazia. Per il resto si è avvalso della facoltà di non rispondere. Valerio - ha ricordato il suo legale - è un ragazzo di 21 anni, incensurato, ha solo un precedente di polizia per percosse, con un contratto a tempo indeterminato come pasticcere, un figlio di i 6 mesi a cui è legatissimo con la ex compagna. E - ha sottolineato - è figlio di una famiglia per bene come dimostra la reazione dal mamma, il suo senso civico, che ha spinto la donna a denunciarlo, una famiglia sana". Del Grosso si è avvalso della facoltà di non rispondere al gip in sede di convalida del fermo: "Ora - ha spiegato l'avvocato - è un momento particolare e delicato ma non dubito che l'incessante attività degli inquirenti chiarirà gli aspetti ancora oscuri e verrà il momento in cui il mio assistito si sottoporrà ad interrogatorio".

"ANASTASIYA COLPITA" - Inoltre spunta anche un testimone che conferma quanto riferito da Anastasiya Kylemnyk alla polizia, la fidanzata di Sacchi, e messo in dubbio da un video e dalle parole del titolare di un negozio di tatuaggi che l'ha soccorsa. Secondo il testimone oculare Anastasiya è stata realmente colpita con una violenta mazzata alla testa prima dell'omicidio del fidanzato.

Nel provvedimento il giudice cita "un amico di Luca Sacchi presente al momento dei fatti" che ha"dichiarato di aver raggiunto, verso le 23 circa, nei pressi del pub, l'amico Luca e la sua fidanzata Anastasia per trascorrere assieme la serata". Il testimone ha raccontato di essersi "allontanato di qualche passo per telefonare", poi avrebbe notato "giungere lungo via Bartoloni una vettura di colore grigio con strisce nere sui fianchi che parcheggiava a pochi metri di distanza da Luca e Anastasia. Scendevano due uomini entrambi con i capelli corti, uno dei quali indossava una tuta di ginnica color nero, mentre l'altro una tuta ginnica di colore chiaro che reggeva in mano una mazza di colore nero con una sfera all'estremità. I due uomini gridavano alla ragazza di consegnare loro lo zaino che aveva a tracolla e senza attendere la consegna quello con la tuta chiara la colpiva violentemente la testa".

Luca Sacchi "spingeva con forza l'assalitore, facendolo cadere, quindi quello con la tuta nera si avvicinava esplodendo ad un paio di metri distanza un colpo che attingeva Luca alla testa quindi i due rapinatori fuggivano immediatamente a bordo dell'auto sulla quale erano giunti, dileguandosi lungo via Mommsen", secondo il racconto del testimone.

I PUNTI DA CHIARIRE - Adesso gli investigatori dovranno chiarire le zone d’ombra che restano sul feroce omicidio del 24enne, a partire da quanto sostiene la giovane ucraina di 25 anni, babysitter, cameriera e aspirante modella, dal 2003 a Roma con la madre e la sorella, che afferma di essere stata colpita alla testa con una mazza da baseball e di essere svenuta, e solo dopo si sarebbe accorta del fidanzato a terra in una pozza di sangue. Negando inoltre fin dall'inizio l'ipotesi che il delitto sia maturato durante la trattativa andata male per l’acquisto di una partita di droga.

Ora l'aggressione alla ragazza prima del delitto viene confermata da un tesimone oculare, ma non è evidente dalle immagini di videosorveglianza dello stesso negozio di tatuaggi, che non mostrano alcuna colpo alla ragazza, e anche dal referto del pronto soccorso, che non riporta ematomi e ferite lacerocontuse, ma scrive solo di "contusioni generiche".

Infine gli investigatori dovranno fare luce sul contenuto dello zainetto, strappato dagli aggressori alla ragazza, e che secondo personaggi del giro di Del Grosso, individuati e ascoltati dagli investigatori, avrebbe contenuto parecchio denaro per acquistare la droga, e che avrebbe spinto Del Grosso e Pirino a tentare sottrarlo con la forza, scatenando la reazione di Sacchi, e lo sparo del presunto spacciatore. I soldi non sono stati trovati mentre è stato recuperato lo zaino contenente il portatessere e il portafogli con la patente della ragazza, un guanto in lattice blu contenente un bossolo esploso e la mazza da baseball di colore nero in metallo forse usata per colpire Anastasiya.