di Nicola Palma
La manovra azzardata, a velocità elevata, proprio davanti a una pattuglia dei carabinieri. Il controllo immediato lungo l’arteria stradale che porta all’aeroporto di Linate. E la scoperta che il conducente, notissimo alle cronache, si era messo al volante senza patente, era in auto con un uomo con precedenti di polizia e a quell’ora avrebbe dovuto essere a casa. Il protagonista dell’episodio, avvenuto ieri mattina a Milano, è ancora una volta Fabrizio Corona, che è stato multato per guida senza patente e che verrà segnalato al Tribunale di Sorveglianza per le valutazioni del caso sulle possibili violazioni al regime di affidamento in prova. Secondo una prima ricostruzione, è stata una manovra avventata dell’ex fotografo dei vip ad attirare l’attenzione dei militari del Radiomobile, che stavano pattugliando la zona di viale Forlanini. A quel punto, gli investigatori dell’Arma hanno intimato l’alt al Range Rover Sport: in macchina c’erano Corona e un uomo di origine ecuadoriana. Corona ha riferito ai carabinieri che si stava recando in macchina a Linate per prendere un volo diretto a Catania, sua città natale, e raggiungere urgentemente il figlio in Sicilia. Dagli accertamenti in banca dati è emerso, però, che la sua patente è stata revocata il 13 agosto 2012 dalla Prefettura di Napoli: da lì è scattata la sanzione amministrativa imposta dall’articolo 116 del Codice della strada, che prevede un verbale da un minimo di 5mila a un massimo di 30mila euro. Non basta. Corona avrebbe pure trasgredito alcune prescrizioni legate all’affidamento in prova, a cui è tuttora sottoposto. La prima: non può lasciare la sua abitazione nella fascia oraria compresa tra l’1.30 e le 12, se non su specifica autorizzazione del magistrato. La seconda: era in compagnia di una persona con precedenti di polizia. Di conseguenza, nelle prossime ore, i militari del Radiomobile segnaleranno l’accaduto al Tribunale di Sorveglianza.
Corona, che finirà di scontare il 17 settembre 2024 la pena residua per le condanne definitive accumulate negli anni scorsi, ha ottenuto la misura alternativa ai domiciliari nel maggio del 2022, in parte per proseguire il percorso di cure per la "riabilitazione" e "il superamento di importanti fragilità personali" (generate da una "patologia psichiatrica" e dalla tossicodipendenza da cocaina) e in parte per svolgere "attività di volontariato" in una comunità brianzola che frequenta ogni venerdì per quattro ore. In quell’occasione, i giudici della Sorveglianza, dando il via libera all’istanza presentata dai legali Ivano Chiesa e Antonella Calcaterra, avevano evidenziato i miglioramenti del quarantottenne, legati a "un lavoro introspettivo" anche sulla "dipendenza patologica dai guadagni", e inserito le "sporadiche trasgressioni" alla detenzione domiciliare "in un quadro complessivo soddisfacente circa l’adesione del Corona al programma terapeutico-riabilitativo".
D’altro canto, nel medesimo provvedimento, erano stati elencati i procedimenti ancora in corso per truffa, diffamazione, percosse, minaccia, tentata evasione, danneggiamento aggravato, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Ieri mattina è arrivato l’ennesimo passo falso: ora toccherà ancora ai magistrati decidere sulla gravità di quanto accaduto in zona Linate.