di Ilaria Ulivelli
Quando si dice le decisioni dell’ultimo minuto. "Sono andato a dormire convinto che avrei scelto Bonaccini e ora sono qui, ho appena votato per la Schlein". Donatello Marinari ha 72 anni e il cuore a sinistra, da sempre. Ma perché ha cambiato idea? "Questo Pd ha bisogno di una trasformazione radicale: Bonaccini è troppo vicino a Renzi, la vera catastrofe del partito democratico. Mi sembra il figlio di Berlusconi, non è più buono a nulla". All’ex premier fischieranno le orecchie, perché anche se col Pd ha chiuso da tre anni e mezzo, di lui da queste parti si parla parecchio.
Siamo al circolo di San Bartolo a Cintoia, quel pezzo di Firenze che si allunga diladdarno oltre l’Isolotto, cresciuto a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta con i piani di edilizia economica e popolare a palazzoni e verde, inglobando il piccolo borgo contadino. La casa del popolo qui era un’istituzione e proprio nella stessa viuzza che porta alla chiesa, pochi metri più avanti, c’era anche il circolo Mcl. Coi Peppone e don Camillo alla fiorentina, simboli di un tempo che non esiste più.
Nella sala col pavimento di graniglia rossa e nera dove dal forno uscivano le pizze cotte a puntino (ora si fanno solo le grandi cene su prenotazione) si fa avanti Adriana, 41 anni, una carriera nell’architettura, convinta sostenitrice di Bonaccini. "È lui il cambiamento, perché con la Schlein stanno i potenti della classe dirigente che ha portato a questi risultati e lei non potrà avere mani libere". Riflessioni. Tumulti. C’è agitazione. Anche perché la Toscana ha messo in gioco anche la segreteria dem regionale. Si sfidano la lucchese consigliera regionale Valentina Mercanti (per la mozione Bonaccini), sostenuta anche dal governatore toscano Eugenio Giani e dal sindaco di Firenze Dario Nardella, e il parlamentare campigiano Emilano Fossi (mozione Schlein). Ma tanti di quelli che arrivano al seggio non sanno neppure che si vota per il segretario regionale. E qualche domanda il Pd se la dovrà fare anche su questo.
Si entra e si esce, qualcuno fa la fila. Se è vero che sono finiti i tempi d’oro delle primarie qui c’è uno zoccolo duro, hanno votato in circa 800 contro i 1.020 del 2019. Fuori fa freddo, il tempo ha scoraggiato chi non aveva una convinzione di ferro. Il circolo conta 130 iscritti, l’82,% aveva votato Bonaccini. Se cerchi in giro un capopolo non lo trovi più. La casa del popolo ha chiuso: è stato il Covid a mettere la parola fine a un’epoca. E a tirar via un bel po’ dell’anima a un quartiere dove tanti immigrati dal Sud ora fanno i nonni, mentre altri immigrati, con altri accenti, stanno cercando di fare quel che loro hanno fatto. E partecipano alle attività del circolo che organizza iniziative tematiche sui problemi del territorio, dalla sicurezza alla sanità. Lo racconta orgogliosamente il segretario del circolo Valerio Rosati. Sa che è da questo punto che il Pd deve ripartire. Occhiali neri e una cascata di riccioli, Giulia ha 35 anni: non vuole dire per chi vota. Suggerendole Schlein minaccia un sorriso. "Giovani e donne sono con lei", dice un anziano che si affaccia da dietro.