Alle dieci del mattino quel corpicino è ancora adagiato sull’asfalto del cortile interno del palazzone da cui la madre l’ha lanciata nel vuoto. Mentre lo coprono con un lenzuolo, una vicina fa in tempo a scorgere il piagiamino e i calzini di colore rosa che ancora indossava. Con sé la piccola aveva anche il suo pupazzo, un cagnolino bianco di pezza recuperato dagli investigatori. Immagini forti, difficili da rimuovere. Sarebbe tornata a scuola ieri mattina, la piccola Wendy, prima elementare alle vicine scuole Camerani. La madre Giulia la accompagnava ogni mattina: "Finite le feste, finita la vacanza", aveva confidato a un’altra mamma secondo cui "lei viveva per la sua bimba". Ieri, invece, ha deciso di ucciderla. Decisione tanto folle quanto incomprensibile, se non alla luce del disagio psichico che da anni le minava la mente. Un’altra vicina avrebbe udito la bimba gridare, implorandola di non farlo, poco prima che la mamma si lanciasse con lei. Una mamma del palazzo era entrata in confidenza con lei: "Giulia viveva in funzione della figlia. Ma era molto sola, il marito spesso fuori per motivi di lavoro. Sola, ma allegra".
La solitudine, forse anche il precariato all’origine del disagio interiore: "Era già laureata, ma continuava a studiare, voleva migliorare la propria situazione per rendersi economicamente indipendente. Un giorno mi invitò a prendere un caffè. In quell’occasione mi raccontò dei suoi problemi". Doppia nazionalità, italiana e svizzera ereditata dalla madre, due lauree in Ingegneria civile e un master che l’abilita all’insegnamento di scienze e matematica. Dopo qualche impiego come supplente al liceo artistico di Ravenna, attualmente dava lezioni private, a domicilio e on-line. Nel suo curriculum, pubblicato in rete, racconta anche le sue passioni, "film e cinema, passeggiate in montagna, danza e ginnastica, e infine uncinetto". In un video si presenta come insegnante e tra le referenze indica il nome di Josefa Idem, ex campionessa di canottaggio e parlamentare. "Sono affranta, in un momento come questo non ci sono parole. Ho conosciuto Giulia tanti anni fa – dice Idem – , e in un momento in cui il marito lavorava all’estero le sono stata vicino. Ogni tanto ci sentivamo, sapevo di alcuni problemi familiari, che però non avrei mai pensato potessero portare ad una tragedia di cui non riesco proprio a capacitarmi".
"Giulia Lavatura è una persona estremamente sensibile. Avevo bisogno di aiuto e di un docente che andasse al mio passo e seguisse i miei tempi e Giulia è stata una delle poche persone che ha avuto l’attenzione e la sensibilità di capirlo e starmi dietro", racconta Giulia Fabbri, ex allieva per la preparazione dell’esame di Scienza delle Costruzioni al politecnico di Milano nel 2020. "È stata davvero una bravissima insegnante e con me ha avuto un’enorme pazienza", ricorda l’ex allieva. "Probabilmente le persone molto sensibili sono più fragili in generale – conclude –, spero che non stesse vivendo un brutto periodo". Altri conoscenti esprimono un giudizio più severo per quanto accaduto. "Non so quali problemi avesse – racconta una vicina –, ma di problemi ne abbiamo tutti. Anche mio marito lavora, poi torna a casa. Abbiamo tre figli, e siamo qui...". E un’altra mamma: "L’ho sempre vista sorridente, riservata ma gentile. Non camminava mai a testa bassa. Problemi col marito? Chi non li ha, ma non mi butto dal terrazzo con i miei figli". Un’altra ragazza dice di averla trovata "ultimamente strana. Era gentile ma di poche parole, difficile che si fermasse per una chiacchierata".
Lorenzo Priviato