Venerdì 8 Novembre 2024
FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Covid, il virus e i lutti senza funerale: "Adesso si riscrive la storia"

L’inchiesta è scattata da un esposto dei famigliari per la mancata zona rossa nella bassa Val Seriana. "Nessuno potrà restituirci i nostri cari, ma questa decisione rende onore a chi ha perso la vita"

La foto simbolo della pandemia: i camion che trasportano le vittime a Bergamo

La foto simbolo della pandemia: i camion che trasportano le vittime a Bergamo

Oggi saranno a Roma per la commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione del Covid-19. Aspettavano questa notizia, perché le loro vite sono state segnate dai lutti in famiglia. Sono i familiari delle vittime del maledetto virus riuniti nell’associazione #Sereniesempreuniti. Tra loro l’avvocato Consuelo Locati, che fa parte dei team dei legali: lei ha perso il padre. Ecco il commento sulla chiusura delle indagini da parte della procura di Bergamo. "Da oggi si riscrive la storia della strage bergamasca e lombarda, la storia delle nostre famiglie, delle responsabilità che hanno portato alle nostre perdite. La storia di un’Italia che ha dimenticato quanto accaduto nella primavera 2020, non a causa del Covid19, ma per delle precise decisioni o mancate decisioni".

Il direttivo dell’associazione dei famigliari delle vittime Covid19 #Sereniesempreuniti commenta così la chiusura delle indagini della Procura di Bergamo che nella maxi inchiesta sul Covid19 ha richiesto il rinvio a giudizio per 19 persone tra cui l’ex premier Giuseppe Conte e l’ex ministro della Salute Roberto Speranza. Con loro il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e l’ex assessore al Welfare Giulio Gallera e alcuni membri del Cts e altri dirigenti.

Dopo tre anni di indagini il procuratore aggiunto titolare del fascicolo, Maria Cristina Rota, insieme al suo team di magistrati, ha individuato delle responsabilità precise nella gestione della primissima fase della pandemia che coinvolgono il settore politicoistituzionale. Responsabilità che riguardano due fatti evidenziati da subito dai familiari con gli esposti presentati in Procura: la mancata zona rossa della bassa Valle Seriana e la mancata attivazione del piano pandemico nazionale mai aggiornato dal 2006. "Da sempre ci siamo battuti per la verità per i nostri cari – continuano gli esponenti del direttivo dell’associazione – nonostante l’omertà che ha sempre contraddistinto questa storia. Siamo andati avanti senza mai scoraggiarci nel percorso di memoria e di giustizia, confidando nella magistratura, e oggi non possiamo fare altro che ringraziare la dottoressa Rota, il suo team, e il procuratore di Bergamo Antonio Chiappani. Questa decisione non ci restituisce i nostri cari e non cancella le lacrime che abbiamo versato, ma onora la memoria di chi ha pagato in prima persona. Cogliamo anche l’occasione – concludono – per ringraziare i i nostri legali, Consuelo Locati, Alessandro Pedone, Luca Berni, Giovanni Benedetto e Piero Pasini, vicini a noi in questa battaglia con professionalità e impegno costante".

Il team dei legali dei familiari delle vittime del Covid non può che esprimere soddisfazione per il lavoro della procura di Bergamo a cui va riconosciuto il merito di avere pervicacemente ricercato le risposte da dare ai cittadini, in primis bergamaschi e lombardi, che da quasi tre anni si interrogano per conoscere i fatti e a dare una spiegazione alle migliaia di morti. Ora si sa che quelle persone hanno pagato il prezzo della inefficienza e della incompetenza istituzionale, ad ogni livello, e oggi finalmente qualcuno sarà chiamato a rispondere delle sue responsabilità."

Francesco Donadoni