Sabato 27 Luglio 2024
RICCARDO IANNELLO
Cronaca

Fuga dei medici, il 40% guarda all’estero. “Multati anche per gli straordinari, qui non ci valorizzate”

Uno studio della Federazione degli ordini dei dottori. “Vorremmo più tempo a visita, i soldi non c’entrano”. Il presidente Anelli: fateci contare nella gestione sanitaria

Filippo Anelli, presidente di Fnomceo, Federazione Ordini dei Medici e Odontoiatri

Filippo Anelli, presidente di Fnomceo, Federazione Ordini dei Medici e Odontoiatri

Roma, 23 ottobre 2023 – Dottor Anelli, quattro giovani medici su dieci si dicono propensi all’idea di andare a lavorare all’estero: cosa si può fare per evitarne la fuga?

"Penso che la partita più importante per trattenerli il nostro Paese la debba giocare sull’attrattività del Servizio Sanitario Nazionale. Troppa burocrazia e regole a volte difficili da capire lo rendono un gigante dai piedi d’argilla". Filippo Anelli è presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurgici e degli Odontoiatri ed è intervenuto ieri al convegno romano "Valore salute: SSN volano di progresso del Paese. I 45 anni del Servizio Sanitario Nazionale, un’eccellenza italiana" dove sono stati presentati i risultati del sondaggio richiesto all’Istituto Piepoli fra i quali colpisce proprio quello sul 40% dei camici bianchi che guarda all’estero.

Ma quanto influisce in questa percentuale una remunerazione che in Italia è ben al di sotto di altri Paesi europei?

"Non si può negare che una parte dei nostri giovani la possa mettere in evidenza. I medici dovrebbero essere pagati di più anche perché per un euro speso nella sanità potremmo guadagnarne due e questo sarebbe un bene per la nostra economia e per la nostra salute. La forbice con altri Paesi è indubbiamente elevata, ma non penso si tratti solo di una questione di soldi".

E allora che cosa amplifica questo dato?

"Il desiderio del medico di contare di più, di essere valorizzato. Dobbiamo avere un peso maggiore nella governance del sistema, essere noi a porre gli obiettivi sulla salute e sulla professionalità. Ma c’è dell’altro".

Ad esempio?

"La violenza che dobbiamo talvolta subire dai pazienti e il ricorso di questi ai giudici per ottenere risarcimenti che spesso non sono motivati".

Quella di sperare in un futuro all’estero è una questione generazionale?

"Certamente per i giovani ci sono maggiori possibilità di quelle che avevamo noi. Ma, ripeto, si può fare molto per impedire questa diaspora".

Chi ci deve pensare?

"Penso sia giunto il momento che lo Stato, più che le Regioni, faccia un piano di assunzioni straordinario per i giovani medici e che ci siano incentivi affinché il Servizio Sanitario Nazionale sia centrale e attragga i giovani con soddisfazioni professionali ed economiche senza punirli nel loro impegno".

Si riferisce alle multe per troppo lavoro?

"Esatto. C’è delusione anche perché il medico ha un codice deontologico, non si sognerebbe mai di abbandonare un malato perandarsene a casa. Non si può colpire la nostra etica".

Ma c’è, al contempo, la possibilità di evitare lo sfruttamento dei professionisti?

"L’organizzazione del lavoro è basilare e i medici devono esserne coinvolti. Ma nell’emergenza non si può scappare".

Il numero chiuso alla facoltà di medicina è un ostacolo o una necessità?

"Io sono perché esista, ma al contempo sia programmato in modo doverso l’accesso alla professione. Oggi siamo carenti di personale, ma nel 2030 le stime ci dicono che andranno in pensione 42mila professionisti e ne entreranno 62mila: il trend si è già invertito".

Il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, ha tuonato contro i test di ammissionne.

"Penso che abbia ragione, non si può decidere il destino di un giovane dalle risposte date in un’ora a dei quiz".

E quindi che si deve fare?

"Avviare il percorso formativo già dagli ultimi anni di liceo, capire quali studenti possano avere le qualità per esercitare la professione di medico e prepararli ad affrontare l’esame".

Dando loro quali prospettive? “Di una professione riconosciuta nelle sue competenze sanitarie, e nel suo valore economico e sociale. Di questo il governo dovrebbe farne una priorità".