Venerdì 19 Aprile 2024

Molestatore seriale La donna aggredita sul bus "Doveva restare in cella Invece ha colpito ancora"

Bologna, il racconto della vittima abusata da un senzatetto in pieno giorno "Mi ha schiacciata contro un finestrino, a salvarmi è stato il conducente. L’hanno scarcerato dopo solo quattro giorni. Tutto questo è frustrante".

Molestatore seriale  La donna aggredita sul bus  "Doveva restare in cella  Invece ha colpito ancora"

Molestatore seriale La donna aggredita sul bus "Doveva restare in cella Invece ha colpito ancora"

di Nicoletta Tempera

Rabbia. Frustrazione. Senso di impotenza. La consapevolezza di aver fatto il massimo. Ma che il massimo non è abbastanza. Mina (il nome è di fantasia), studentessa di 24 anni, è stata aggredita su un autobus a Bologna lo scorso 15 aprile. Era l’ora di pranzo di una giornata di sole. È stata salvata dall’intervento dell’autista e poi dei carabinieri, che hanno arrestato subito per violenza sessuale il molestatore, un palermitano di 37 anni. Quattro giorni di carcere dopo, però, l’uomo è stato liberato e il giudice ha disposto per lui, che è senza fissa dimora, un divieto di dimora a in provincia di Bologna. Proprio mentre stava tornando in città, in violazione del provvedimento cautelare, lo scorso 25 aprile l’uomo ha tentato di violentare una trentenne, a bordo di un Frecciarossa. Fermato dai poliziotti in stazione, non essendoci più la flagranza, se l’è cavata con una denuncia.

Insomma Mina, il suo aggressore è di nuovo a piede libero.

"E questo mi fa tanta rabbia. Questa persona è pericolosa. E non ha nulla da perdere. Potrà fare del male ancora".

Come ci si sente?

"Senza via d’uscita".

Lei è stata soccorsa subito dall’autista.

"Io ero appena salita sul bus quando è avvenuta la violenza. Sono abituata a viaggiare sui mezzi pubblici, sto sempre attenta, in particolare la sera. Ma erano le due del pomeriggio, di sabato. Ero tranquilla e sono stata colta di sorpresa quando quest’uomo mi ha afferrato e spinto contro il finestrino. Per fortuna il conducente si è accorto subito di quello che mi stava facendo: mi ha gridato di correre da lui e così l’aggressore ha lasciato la presa".

Nell’orrore, si può dire che sia stata fortunata.

"Sì, perché il conducente non si è girato dall’altra parte, è intervenuto subito. Io tremavo, ero sotto choc. Non capivo cosa stesse accadendo. Invece, l’aggressore non credo si rendesse conto del male che mi stava facendo. Io piangevo, lui continuava. E anche quando stavano arrivando i carabinieri... è rimasto al suo posto, come se non avesse percezione della gravità di quello che aveva fatto".

Lo hanno arrestato subito.

"Sì, e io ho passato un pomeriggio in caserma per la denuncia. E devo dire che ho trovato grande umanità ed empatia. Psicologicamente è stata dura ricostruire tutto. Ma non ho mai avuto la sensazione che qualcuno mettesse in dubbio le mie parole. E ho fatto denuncia nella convinzione di poter aiutare, perché altre non si trovassero nella mia condizione".

Non è andata così.

"A quanto pare no. Quando ho letto che era stato liberato sono stata malissimo. E ancora peggio quando ho letto dell’aggressione sul treno. Mi ha sconvolto la velocità con cui è tornato a colpire. Non è che con un divieto di dimora si risolve il problema di un molestatore: lo si sposta soltanto, mettendo in pericolo altre donne".

Qualora venga richiesto un aggravamento della misura lui potrebbe tornare in carcere.

"Potrebbe. Se lo troveranno, sperando che accada prima che commetta altre violenze. Vorrei però specificare una cosa".

Prego.

"Che queste violenza non hanno razza, colore o fede: sono figlie tutte della stessa cultura patriarcale. Lui mi vedeva come un oggetto di soddisfazione sessuale, senza diritti, né opinione. Una mentalità che va combattuta con l’educazione".