Mercoledì 24 Aprile 2024

Migranti, barcone con 100 a bordo in difficoltà. La Libia devia cargo per salvarli

Nuovo allarme per natante al largo di Misurata. Salvini: "I porti rimangono chiusi". Tripoli invia mercantile in soccorso: rientreranno in Libia

Un barcone di migranti alla deriva (Ansa)

Un barcone di migranti alla deriva (Ansa)

Roma, 20 gennaio 2019 - I due naufragi dei giorni scorsi non fermano i viaggi della speranza. Un barcone in difficoltà con 100 migranti a bordo è stato segnalato questa mattina a 60 miglia a nord di Misurata da Alarm Phone, il call center di volontari che raccoglie richieste di soccorso in mare dei migranti. 

Un mercantile inviato dalla guardia costiera libica ha raggiunto la carretta e sta imbarcando i migranti. Il cargo Lady Sharm, battente bandiera della Sierra Leone, poi dovrebbe fare rotta sulla Libia da dove il barcone era partito.

La Marina libica ha respinto le accuse di non aver risposto alle richieste di soccorso lanciate dal barcone, ha dichiarato il portavoce della Marina libica, il brigadiere Ayoub Gassem. Gassem ha anche ribadito che la Marina libica ha effettuato due operazioni di soccorso ieri ed una oggi, aggiungendo che presto sarà diffuso un comunicato in merito. 

Il natante stava imbarcando acqua. Secondo quanto riferito dagli stessi migranti ad Alarm Phone a bordo anche un bambino "in stato di incoscienza o deceduto". Palazzo Chigi, in una nota, aveva annunciato: "Siamo in continuo contatto con la Guardia costiera libica perché effettui questo ulteriore intervento e metta in sicurezza i migranti che sono a bordo". Spiegando: "Dopo vari giorni di mare agitato i trafficanti di esseri umani hanno riapprofittato di questo weekend di mare calmo per agire nuovamente. Attualmente è ancora in mare un gommone con un centinaio di persone in acque territoriali libiche, a circa 60 miglia dalla terraferma". La Libia ha subito inviato un mercantile inviato in assistenza il cargo battente bandiera della Sierra Leone. 

In precedenza Alarm Phone su Twitter aveva denunciato: "Roma e Malta ci hanno istruito di contattare la guardia costiera di Tripoli come autorità competente", ma "finora non abbiamo avuto alcuna risposta dalla Guardia costiera di Tripoli. Non possiamo nemmeno confermare che abbiano ricevuto il nostro messaggio. Stiamo chiamando tutti i numeri di telefono, finora senza successo". "Abbiamo chiamato diverse volte i 6 diversi numeri della guardia costiera di Tripoli. Non sono raggiungibili. Ma esistono?", ha scritto ancora in un altro tweet Alarm Phone che continua ad aggiornare minuto per minuto sulla situazione del barcone. " Abbiamo informato Malta e l'Italia e abbiamo ricevuto un settimo numero. Ma anche questo non funziona. Al momento nessuna autorità ci ha confermato il coordinamento Sar".

IL DISPERATO APPELLO - "Presto non sarò più in grado di parlare perchè mi sto congelando", è stato il disperato appello di una delle persone a bordo del barcone. Anche la nave della Ong Sea Watch si sta dirigendo verso la zona dell'avvistamento, ma avvertono "siamo a circa 15 ore di distanza. Non possiamo coprire da soli il Mediterraneo, dove le persone vengono lasciate morire". 

Sempre Alarm Phone su Twitter continua a tenere aggiornati sulla situazione: "Sono sempre più spaventate dal momento che sono convinte che moriranno. Abbiamo provato a rassicurarli sul fatto che tutti sono stati informati e abbiamo anche parlato dalla crescente copertura mediatica, ma uno di loro ha risposto: 'non ho bisogno di comparire sulle notizie, ho bisogno di essere salvato".

RIBELLI M5S ALL'ATTACCO - Nel frattempo, i ribelli del Movimento 5 Stelle scendono in campo sulla chiusura dei porti. E promettono di adire alla Corte europea.  I senatori Elena Fattori, Paola Nugnes e Gregorio De Falco (espulso dal M5s, ora al Gruppo Misto) hanno infatto depositato nei giorni scorsi un'interrogazione ai ministri Salvini e Toninelli per chiedere conto dell'esistenza o meno di provvedimenti sulla chiusura dei porti. Se, dicono, "non esistessero, come si ritiene, o non fossero stati resi pubblici, si configurerebbe la possibilità di una lesione ai diritti umani e dunque la possibilità di agire anche presso Corti Ue". 

SALVINI: PIU' PARTONO PIU' MUOIONO - E da Vasco durante la sua giornata in Abruzzo il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, pubblica un video sulla sua pagina Facebook: "Mi sento colpevole di quello che sta accadendo? No, meno persone partono, meno persone muoiono, più persone partono, più persone muoiono". Il vicepremier continua: "I porti italiani per gli scafisti e i loro amici sono e rimangono chiusi", e aggiunge "gli scafisti comprano armi e droga, non voglio essere loro complice".