Claviere, si sospetta altro sconfinamento della polizia francese

La procura di Torino: "Uomini armati, verosimilmente francesi, hanno controllato due italiani". Salvini: "Non accetto le scuse di Parigi"

Il tweet di Salvini sul caso di Claviere (Dire)

Il tweet di Salvini sul caso di Claviere (Dire)

Torino, 16 ottobre 2018 - Nuovi sospetti sulla Francia. Quello emerso ieri potrebbe non essere l'unico caso di 'sconfinamento' della gendarmeria francese, che venerdì scorso è stata avvistata mentre faceva scendere due migranti in una zona boschiva poco prima del tunnel di Cesana Torinese, a Claviere, non lontano dal confine di Stato. La procura di Torino indaga su un secondo episodio sospetto, risalente allo scorso 2 agosto: stavolta i profughi non c'entrano ma l'ambientazione è più o meno la stessa.  

In quella data risulta che quattro uomini armati in tuta mimetica militare, con giubbotto anti proiettile, abbiano fermato per un controllo due italiani, residenti a Claviere: uno era a passeggio col suo cane, l'altra a bordo del suo ciclomotore su uno sterrato: entrambi si trovavano in territorio italiano. Al motociclista è stata presa la targa e gli è stato impedito di proseguire per quella strada. I quattro sono usciti da una zona boschiva dov'erano nascosti e hanno chiesto in lingua straniera i documenti: erano "verosimilmente" francesi, dice la procura. 

Migranti, 'passeur' di confine: "Io, trafficante di disperati"

I magistrati torinesi ha aperto un fascicolo modello 45, cioè senza indagati e senza formulazione di ipotesi di reato. Mentre a proposito della vicenda di ieri la procura indaga per "trasporto di stranieri nel territorio dello Stato, con atti diretti a procurarne illegalmente l'ingresso nel territorio dello Stato". Nella nota diramata dal procuratore capo Armando Spataro si legge che "uno dei due gendarmi presenti all'interno della vettura indicava ai due uomini la direzione dell'area boschiva cioè quella per allontanarsi dalla strada asfaltata". Alla scena ha assistito la Digos, che ha fotografato la targa del veicolo francese. Materiale ora a disposizione della Procura, che come avvenuto per l'irruzione dei doganieri transalpini nella stanza della onlus di Bardonecchia, emetterà un ordine di investigazione europeo. 

SALVINI: "VOGLIAMO I NOMI DEI MIGRANTI" - Intanto non si placa la polemica politica. Salvini ha infatti respinto al mittente le scuse della Francia che sulla vicenda segnalata ieri ha parlato di "errore" da parte di gendarmi che non conoscevano la zona. "E' una roba da matti sentirsi dare lezioni di buonismo e antirazzismo da chi di notte, come ladri, scarica immigrati nei boschi italiani", attacca il ministro dell'Interno che chiede a Parigi di fornire all'Italia le identità degli uomini lasciati nel bosco: "Nomi, cognomi, nazionalità, date di nascita". 

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PARIGI: ERRORI DA ENTRAMBE LE PARTI - Fonti dell'Eliseo replicano che "puntualmente, dalle due parti, ci sono piccoli incidenti deplorevoli, di cui abbiamo dato atto". Anche l'Italia, dunque, secono i francesi, avrebbe in passato sconfinato.