Giovedì 31 Ottobre 2024

Migranti in Albania, primo trasferimento da Lampedusa: in 16 su una nave della Marina

Un gruppo di bengalesi ed egiziani è a bordo del pattugliatore ‘Libra’ diretto al porto di Schengjin. Per la prima volta viene applicato l’accordo tra Roma e Tirana del 2023. Amnesty: “Diritti umani a rischio”. Schlein (Pd): “Così il governo ha sperperato un miliardo”. Mattarella ricorda gli “obiettivi di solidarietà” della Costituzione

Roma,14 ottobre 20224 – La nave Libra della Marina Militare è partita da Lampedusa con a bordo un gruppo di migranti destinati ai centri di accoglienza – prima di Schengjin e poi di Gjiader – in Albania, diventati ufficialmente operativi. Si tratta del primo trasferimento in assoluto dopo l’accordo tra il governo Meloni e quello del premier albanese Edi Rama, firmato nel novembre 2023. L’arrivo in porto è previsto per domani mattina. 

IL PRIMO GRUPPO DI MIGRANTI VERSO I CENTRI IN ALBANIA
Il pattugliatore 'Libra' della Marina Militare è la nave che ha effettuato il primo trasferimento di migranti dall'Italia in Albania (Ansa)

I centri albanesi: obiettivo rimpatrio

I migranti partiti oggi erano a bordo di alcuni barchini intercettati ieri in acque internazionali da motovedette delle autorità italiane che li hanno poi trasferiti sulla Libra. Sono bengalesi ed egiziani. L’accordo prevede che, per essere portati in Albania, i migranti debbano provenire da Paesi definiti ‘sicuri’, essere uomini, e ‘non vulnerabili’.  Secondo il protocollo, rimarranno nei centri albanesi “il tempo necessario per espletare le procedure delle domande di asilo ed eventualmente rimpatrio”. 

La struttura al porto di Schengjin farà da prima accoglienza, e consentirà di smaltire le procedure di identificazione. A Gjiader, nel nord ovest dell' Albania, è stato costruito invece un centro modello Cpr per le successive fasi, con finalità rimpatrio. La capienza complessiva di entrambi è di 3mila persone.

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Il centro migranti di Shengjin, in Albania: destinato all'accoglienza delle persone in arrivo dall'Italia (afp)

"Nelle strutture di Shengjin e Gjader verranno vagliate, sul suolo albanese ma sotto giurisdizione italiana ed europea, le richieste di asilo delle persone migranti, e verranno trattenute le persone in attesa di espulsione e rimpatrio, con un'applicazione extraterritoriale della detenzione amministrativa", spiega Amnesty International, che non nasconde la "forte preoccupazione riguardo alle possibili violazioni dei diritti umani” in particolare “il trattenimento generalizzato, la detenzione automatica”, a carico di “persone razzializzate”. 

Tornano a farsi sentire le opposizioni contrari all’accordo con l’Albania e dunque anche a questo primo trasferimento. "Ha ragione Piantedosi: 'Quelli in Albania non saranno Centri di Permanenza': saranno infatti luoghi dove l'applicazione del diritto italiano ed europeo sarà nei fatti incerta o totalmente sospesa –  accusa il segretario di +Europa, Riccardo Magi. 'Non ci sarà alcuna cerimonia di apertura' per questa specie di Guantanamo italiana, ha detto ancora Piantedosi: e ci credo, se ne vergognano pure loro di celebrare una qualsiasi inaugurazione”. 

"Il governo di Giorgia Meloni alza le tasse e sperpera quasi un miliardo di euro dei contribuenti per i centri migranti in Albania – attacca la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein  –  in spregio ai diritti fondamentali delle persone e alla recente sentenza europea sui rimpatri che fa scricchiolare l`intero impianto dell`accordo con l’Albania. Potevamo usare quelle risorse per accorciare le liste di attesa o per assumere medici e infermieri".

Mattarella ricorda gli “obiettivi di solidarietà” della Costituzione

Proprio in questa giornata, ospite di un evento al ‘Centro Orientamento Immigrati - Fondazione Franco Verga’, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto ricordare che “oggi gli immigrati sono altri. Non vengono più dal Mezzogiorno d'Italia, ma da più lontano, da Paesi europei come l'Ucraina, aggredita da una guerra insensata, dai Balcani. Da altri continenti, gravati anch'essi da condizioni insostenibili. Altri sono anche gli attori di un lavoro prezioso che tende a inverare gli obiettivi di solidarietà che la Carta costituzionale ha posto alle basi della nostra convivenza”.