Venerdì 26 Aprile 2024

Mattarella saluta. E conferma il suo no

Il presidente lima il discorso che stasera rivolgerà alla nazione. Sarà il suo ultimo messaggio. Parole ferme per ribadire l’indisponibilità al bis

Migration

di Ettore Maria Colombo

"L’Italia ce la farà", ma a due condizioni: i cittadini sappiano mantenere atteggiamenti "responabili", come quelli durante la pandemia, e la classe politica sappia fare altrettanto, interpretando i bisogni della società con misure concrete e non contraddittorie o pasticciate, a partire dal pieno, serio, utilizzo dei fondi del Pnrr. Sergio Mattarella sta limando, fino all’ultima ora, il discorso che stasera terrà davanti agli italiani, cui parlerà più come un ‘nonno’ che un politico, affrontando i temi dell’attualità, Covid in testa, con tanto di – ennesima – rampogna ai no-vax. Un discorso che – questa è la sola cosa che filtra dal Colle – "sarà, insieme, di bilancio e congedo".

Al Quirinale, si sa, stanno facendo gli scatoloni. La cosa, in sé, non è una notizia. Mattarella ha già trovato casa. Quella ‘vecchia’ era al Colle, quella ‘nuova’ è nel quartiere Parioli, a Roma, con tanto di contratto di affitto già stipulato per 120 mq, mentre altri scatoloni, quelli di carte e archivi, sono pronti per andare a palazzo Giustiniani, ufficio dei presidenti emeriti della Repubblica. Più notizia è, invece, il fatto che anche tutti i suoi principali consiglieri si stanno ‘cercando un lavoro’ perché quello che hanno avuto si esaurisce il 3 febbraio 2022, quando il mandato del loro dante causa cesserà, a scadenza naturale.

È la prima volta che, peraltro, il messaggio di fine anno di un presidente della Repubblica coincide di fatto con il termine naturale di un settennato in cui la sua popolarità è arrivata a livelli record. Mattarella è stato applaudito, festeggiato e omaggiato in tutti i luoghi e le occasioni possibili: nelle visite ufficiali e informali, per strada e nei ricevimenti al Colle. Ma la preghiera che si è levata da molti ("Presidente, resti!") sarà inevasa.

Il ‘no’ al doppio mandato del Presidente uscente è – e resta – irremovibile. Lo ha detto ai ragazzi di una scuola, in modo semplice ("Sono anziano…") e lo ha detto ai ‘soloni’ dei partiti che, per mesi, spaventati dal caos che si potrebbe scatenare se non si riuscisse a trovare il suo degno successore, hanno premuto in tutti i modi per ottenere un bis. Lo ha fatto citando due predecessori illustri, Antonio Segni e Giovanni Leone, in due diverse, e ufficialissime, occasioni: la rielezione del Capo dello Stato "non è vietata, ma è inopportuna" dicono i costituzionalisti e Mattarella così pensa.

Mattarella è stato, come disse nel suo discorso di insediamento, "arbitro" e lo resterà fino alla fine. Un doppio mandato sarebbe uno sfregio alla Costituzione e, dopo il bis di Giorgio Napolitano, peserebbe troppo, come precedente. Mattarella, rigido e gentile insieme, ha fondato il suo mandato sul rispetto delle regole: ha guidato il Paese durante una terribile pandemia, ma anche durante cinque crisi di governo, risolte con stile, oltre che con ingegno. Certo, la pandemia – e la variante Omicron che impazza – può stravolgere tutti i piani e, nei Palazzi, la paura fa già novanta. L’ipotesi, a oggi fantapolitica, che Mattarella resti al Colle e Draghi a palazzo Chigi ancora gira.