Venerdì 8 Novembre 2024
RICCARDO JANNELLO
Cronaca

Mamma a 68 anni "Bimba nata dal seme di mio figlio morto" È bufera in Spagna

L’attrice Ana Obregon ha partorito la “nipote“ con la maternità surrogata e si difende: "Ho fatto la volontà del mio Alex ucciso da un tumore". Ma le ministre di sinistra la attaccano: "È violenza contro le donne".

Mamma a 68 anni  "Bimba nata dal seme  di mio figlio morto"  È bufera in Spagna

Mamma a 68 anni "Bimba nata dal seme di mio figlio morto" È bufera in Spagna

di Riccardo Jannello

"Una luce piena d’amore è venuta nella mia oscurità. Non sarò mai più sola. Ho ancora da vivere". Ana Obregon, attrice e presentatrice tv spagnola molto nota e controversa, è diventata mamma di sua nipote a 68 anni appena compiuti. Mentre la gente credeva che Ana, la cui gravidanza è stata vissuta in diretta da tutto il Paese, volesse una figlia da maternità surrogata per se stessa, adesso la donna di spettacolo, dopo avere venduto a "Hola!" la foto di copertina con la bimba in braccio, ha rilasciato la sua verità su Instagram: Ana Sandra – così si chiama la piccola nata il 20 marzo al Memorial Regional Hospital di Miami, in anticipo sulla data prevista – è stata partorita dal seme di suo figlio, Alex, morto quasi tre anni fa per un tumore quando ne aveva solo 27, e dall’ovulo di una donatrice fecondato poi da lei come gestante.

"Diventare padre – ha dichiarato l’attrice – era il più grande sogno di Alex e non l’ha potuto realizzare. L’ho fatto io per lui e sono assolutamente felice di questo. Legalmente sono io la madre di Ana Sandra". La Obregon punta sui sentimenti per giustificare quello che ha fatto su cui l’opinione pubblica spagnola è divisa. "Solo chi ha perso un figlio può capirmi completamente – ha dichiarato -. Io questa decisione l’avevo presa nell’esatto momento in cui lui è volato in cielo". E a chi le ha chiesto come si comporterà con Ana Sandra, l’attrice ha affermato che nel momento in cui la bambina raggiungerà l’età giusta le dirà che "il tuo papà è in cielo e che tu arrivassi era ciò che più desiderava al mondo, e tua mamma è una donatrice".

Alex era figlio del conte italo-spagnolo Alessandro Lecquio di Assaba y Torlonia, membro della casa reale Borbone. Ana visse con lui agli inizi degli anni Novanta una tormentata storia d’amore che costò al nobile l’abbandono della moglie, la modella italiana Antonia Dell’Atte. L’esuberante spagnola aveva girato alcuni film e serie tv di relativo successo ("L’ombra nera del Vesuvio", "Il segreto del Sahara", "Sei delitti per padre Brown") ed era diventata una protagonista della vita mondana romana, come lo è stata al ritorno in patria. La vicenda di Ana ha scatenato ancor più il dibattito sulla maternità surrogata. In Spagna questo tipo di procreazione, a pagamento o altruistica, è illegale dal 2006. "È una forma di violenza contro le donne", hanno dichiarato le ministre pur progressiste Irene Montero (Pari opportunità, esponente di Podemos, il partito più a sinistra nel governo di Pedro Sanchez) e Maria Jesus Montero (socialista, responsabile delle Finanze). Ancor più dura la ministra dell’Istruzione, Pilar Alegria, portavoce del Psoe, il partito del premier: "L’immagine di copertina su quella rivista di gossip mi è sembrata dantesca. Questo si chiama utero in affitto e non maternità surrogata". Sulla questione sembra più cauta e dialogante l’opposizione cattolica e di destra. "La questione merita un dibattito profondo e sereno – dice Cuca Gamarra, numero due del Partito popolare – perché tocca molte questioni morali, etiche e religiose. La linea rossa è che la maternità surrogata sia a pagamento". E Ana in questo scontro sembra trovarsi a proprio agio.