Giovedì 2 Maggio 2024

La conquista della longevità, cibo per la mente

Intervista a Luigi Fontana, autore con Franco Berrino del volume La Grande Via edito da Mondadori. Alimentazione, movimento e meditazione sono il mix per una lunga vita felice, sana e creativa

Luigi Fontana, foto dal sito www.lagrandevia.it

Luigi Fontana, foto dal sito www.lagrandevia.it

Milano, 9 aprile 2017 - LA GRANDE VIA è il titolo del volume di Franco Berrino e Luigi Fontana da settimane è nella top ten dei libri più venduti. Alimentazione, movimento, meditazione per una lunga vita felice, sana e creativa sono gli ingredienti del best seller che affronta i temi del benessere con un taglio a tutto campo. Ne parliamo proprio con Fontana, professore universitario a Brescia, docente alla Washington University, uno dei massimi esperti di nutrizione e stili di vita a livello internazionale, i suoi studi sono mirati a promuovere la longevità in salute.

Professor Fontana, ne La Grande Via avete condensato una filosofia, per così dire, esistenziale e tanti consigli pratici. Che scopo si prefigge la pubblicazione?

«Non è un semplice libro, lo definirei un trattato che in modo semplice, ma puntuale e referenziato ci fornisce, tantissime preziose informazioni riguardo agli stili di vita e alle tecniche per mantenersi sani, attivi, creativi e felici».

Tre sezioni del libro edito da Mondadori trattano temi cruciali per l’organismo umano: la via della meditazione, la via del cibo e la via del movimento, perché è articolato così?

«Perché ogni giorno leggiamo di nuovi piani nutrizionali, cibi funzionali, esercizi ginnici o meditativi che dovrebbero farci vivere a lungo e sani. L’approccio è sempre riduttivo e super-semplificato, quello farmacologico, ad esempio, sembra voler dire: fai quello che vuoi. Mangia, bevi, poi prendi questa pillola che ti risolverà tutti i problemi. Se qualcuno ti dicesse che con una decina di lezioni diventerai un provetto ballerino di tango ci crederesti? Come si può pensare, mi chiedo, che assumendo un supplemento vitaminico, un cibo smart o qualche altro piano nutrizionale che preveda una dieta alla moda si possa vivere a lungo e in salute? Chiaramente ci sono messaggi invitanti ma ingannevoli. Occorre distinguere, non esistono alimenti magici, pillole miracolose o speciali esercizi fisici o meditativi che presi singolarmente possano promuovere benessere e longevità».

In sostanza dobbiamo rimettere in discussione il nostro stesso tenore di vita?

«Quello che conta è lo stile complessivo, che certo deve e può essere personalizzato in base alla nostra predisposizione genetica, all’età, al nostro profilo metabolico e alle inclinazioni e preferenze individuali». E la dimensione interiore come si concilia con l’approccio razionale della medicina? «La via della salute, della consapevolezza, della felicità e dello sviluppo spirituale dell’uomo è un percorso lungo, una ricerca individuale che dura un’intera vita. Io come medico e come autore posso fornire gli strumenti, come una bussola, per aiutare a cambiare, indicando la rotta da seguire, ma non posso percorrere il cammino al posto del lettore».

C’è un passaggio autobiografico in questa riflessione sul cibo, la mente e la longevità.

«Effettivamente quando avevo 7 anni mio zio, studioso di filosofia e medicina orientale, arrivò a casa e rivoluzionò lo stile di vita di tutta la famiglia. Cereali integrali, legumi e verdure dell’orto di casa diventarono la base dell’alimentazione. Lo zio mi insegnò a meditare, a praticare lo yoga, a studiare i testi classici del taoismo e del buddhismo, a guardare al mondo con una visione olistica».

Abbiamo un debole per le discipline orientali, ma senza approfondire troppo, penso alla canzone Ooccidentali's karma di Francesco Gabbani che ha preso in giro elegantemente un certo fascino per l’esotico. Alla fine torniamo alle nostre abitudini e al consumismo. Come può cambiare in maniera virtuosa la società?

«Faccio un esempio diretto. Se smettiamo di comprare un prodotto, per esempio un certo tipo di cibo o una macchina inquinante, la grande distribuzione smetterà di fare ordini alle industrie che li producono, e queste saranno costrette a orientare la produzione verso nuovi articoli che incontrino le aspettative dei potenziali acquirenti. Immagino un Paese dove i cittadini siano sani, felici e consapevoli, e dove il modello di produzione si sia trasformato in direzione di un’economia sostenibile. Non si tratta di un’utopia».

Ma siamo lontani da questo modello, che cosa immagina per il futuro?

«Un territorio in cui l’aria e l’acqua emesse dalle industrie siano più pulite di quelle che erano entrate, in cui le discariche siano state eliminate e in cui un innovativo sistema agricolo ecosostenibile produca cibo nutriente e salutare in abbondanza».

La Grande Via prima di diventare un libro Mondadori era un progetto, un’associazione costituita tre anni fa, che ha pure un suo sito web originale. Che cosa vi anima?

«L’idea di costruire, per noi e per i nostri figli, un mondo migliore. Un mondo in cui le città siano verdi e silenziose, perché le automobili sono alimentate da motori ibridi, elettrici e a idrogeno, che emettono solo vapore acqueo; gli edifici siano energeticamente efficienti al punto da non richiedere nessun sistema di condizionamento o riscaldamento; la maggior parte dell’energia necessaria venga estratta dal sole, dal vento e dalla terra».

Per le indagini sui meccanismi che regolano i processi di invecchiamento Lei è stato recentemente insignito di un prestigioso premio internazionale, il Vincent Cristofalo Award dell’American Federation for Aging Research con sede a New York. Mi sembra che ambiente, alimentazione e attività fisica siano collegate a filo doppio tra loro nel programma, dove arriveremo di questo passo?

«Molte delle conoscenze scientifiche per azzerare l’inquinamento, per prevenire con adeguati stili di vita la maggior parte delle malattie croniche (e i costi sociali connessi), per costruire case super-coibentate che non consumano ma producono energia, per ideare auto super leggere in fibra di carbonio e per molte altre innovazioni sono già disponibili e sono state applicate molto al di là dei semplici prototipi. Il passo successivo sarà l’applicazione integrata di tutte queste conoscenze a favore della salute dei cittadini e dell’ambiente, garantendo un nuovo sviluppo economico e industriale che valorizzi, e non distrugga, le risorse della Terra, che sono il nostro capitale naturale».