La pandemia mostra i titoli di coda? L’Oms ci crede. "Io penso che stiamo arrivando a quel punto in cui potremo guardare Covid-19 allo stesso modo in cui guardiamo all’influenza stagionale: una minaccia per la salute, un virus che continuerà a uccidere, ma un virus che non sta sconvolgendo la nostra società o i nostri sistemi ospedalieri. Io credo che succederà quest’anno se il virus continua a evolversi nella direzione in cui si sta evolvendo, cioè quella di un virus che non causa malattie più gravi che potrebbe diventare più trasmissibile ma senza causare malattia più grave".
A sottolineare questa svolta verso la parola fine dell’incubo è stato Mike Ryan, direttore esecutivo del Programma Emergenze sanitarie dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). "Tutte le scommesse sono chiuse – puntualizza Ryan – se dovessimo avere un virus che ha una sfortunata evoluzione" verso la direzione opposta. "Ed è per questo che è straordinariamente importante continuare a tracciare, testare, sequenziare, e vedere come il virus si diffonde nelle nostre comunità". L’esperto spiega nel dettaglio che "quello che resta da vedere è se il virus continuerà a evolversi. Resta da vedere se possiamo continuare a vaccinare gli ultimi gruppi di non vaccinati in ogni Paese e in questo senso se il virus rappresenterà sempre meno una minaccia per le società. Abbiamo cominciato a vedere questo in alcune ondate negli ultimi 6 mesi, in cui la risalita dei contagi non è stata associata con un rapido aumento dei ricoveri e con una sostenuta pressione sul sistema sanitario, perché tasso di vaccinazione e il background di immunità era alto abbastanza per proteggere i vulnerabili". Se esistono le condizioni per poter decretare la fine di questa emergenza internazionale, "è quello che il Comitato di emergenza dell’Oms considererà entro pochi mesi – preannuncia Ryan – quando si incontrerà nuovamente per discutere un parere da fornire al direttore generale Oms. Come ha indicato il Dg Tedros, siamo su una traiettoria positiva".
Intanto, in Lombardia "per la prima volta dal 20 febbraio 2020, oggi (ieri, ndr), nessun letto di terapia intensiva risulta occupato da pazienti che hanno contratto il Coronavirus": è l’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso, a dare l’annuncio il giorno prima della Giornata per la commemorazione delle vittime del Covid. "È merito della campagna vaccinale, che ci ha permesso di tornare alla vita, ma anche il segno – ha aggiunto – che sono migliorate le cure contro il virus, che consentono di evitare che i pazienti finiscano in terapia intensiva".
m. p.