Roma, 9 aprile 2024 – "La maternità surrogata sia proibita a livello universale", "rispetto per i gay e i transessuali ma la teoria del gender è pericolosissima". Dopo le aperture di Fiducia supplicans, il documento dell’ex Sant’Uffizio che ha aperto alle benedizioni pastorali alle coppie gay, il Vaticano corre ai ripari con Dignitas infinita, Dichiarazione con un respiro molto più ampio, pubblicata ieri dopo cinque anni di cantiere e continue rielaborazioni, aggiunte, limature.
Un testo che sistematizza e interpreta tutte le questioni bioetiche nella prospettiva della dignità umana e che, inevitabilmente, suona anche come una specie di frenata rispetto alle aperture che hanno marcato i primi anni di pontificato. I no all’eutanasia, all’aborto, alla gestazione per altri, al cambio di sesso, alle teorie gender che intervengono con il via libera all’assunzione di farmaci e ormoni per la transizione di genere, vengono collocati sullo stesso piano di altre "gravi violazioni" della dignità umana come quelle che corrono sulla Rete via social, il cyberbullismo, la violenza sulle donne "scandalo globale", mentre viene riconosciuto che negazioni della dignità umana sono pure "la povertà estrema", "le condizioni che trattano i lavoratori come strumenti di guadagno e non come persone libere e responsabili", la stessa "guerra" con le sue conseguenze sui bambini.
Proprio questi ultimi punti sono quelli su cui hanno maggiormente pesato i rilievi di Francesco nella fase di elaborazione. Bergoglio ha voluto che il concetto di dignitas venisse declinato a tutto campo, includendo gli aspetti sociali in quelli dottrinali. I riflettori però, sono, inevitabilmente, sui nodi etici più strettamente legati all’attualità. Si condanna l’aborto anche come "costrizione che colpisce sia la madre che il figlio, spesso per soddisfare l’egoismo dei maschi", "il femminicidio", la gpa che riduce il bambino a "mero oggetto" e sfrutta "una situazione di necessità materiale della madre" tanto che la comunità universale la deve "proibire a livello universale".
Eutanasia e suicidio assistito non sono "morte degna" perché "la sofferenza non fa perdere al malato quella dignità che gli è propria in modo intrinseco e inalienabile".
Contro gli omosessuali va evitato "ogni marchio di ingiusta discriminazione, ogni aggressione e violenza", ma la teoria del gender "è pericolosissima perché cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali", mentre "voler disporre di sé non significa altro che cedere all’antichissima tentazione dell’essere umano che si fa Dio".
Negativo anche il giudizio sul cambio di sesso, anche se "ciò non significa escludere la possibilità che una persona affetta da anomalie dei genitali possa ricevere assistenza medica". Su eutanasia, aborto, lo stesso gender, i concetti non sono nuovi e difatti nella conferenza stampa c’è chi chiede se era davvero necessario il documento per ribadire una dottrina già ampiamente elaborata e sancita da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
"Non è un vademecum – risponde il cardinal Victor Fernandez, teologo di fiducia di Francesco –, ma una summa su che cosa è l’inviolabilità della dignità umana al di là di ogni circostanza", "oggi il mondo, per non perdere la strada, ha bisogno di riscoprire l’implicazione immensa della dignità di ogni persona".