di Alessandro Farruggia
Monta la polemica sulla presenza del presidente ucraino Volodymir Zelensky al festival di Sanremo. In se non è una novità, Zelensky, che manderà un video messaggio di due minuti in onda la serata finale, utilizza ogni occasione per dare visibilità alla tragedia del suo popolo e per chiedere aiuto. Lo ha fatto ai Golden Globe lo scorso 11 gennaio, ma anche al festival del cinema di Cannes e al festival del cinema di Venezia. E lo avrebbe fatto volentieri anche ai mondiali di calcio e agli Oscar, per i quali ha provato di ottenere uno spazio ma è stato respinto.
Ma Sanremo è Sanremo, una piazza di grande visibilità, e i “no“ crescono. Il primo ad attaccare è stato Beppe Grillo sul suo blogseguito, seppure in maniera più sfumata, da Giuseppe Conte. E mentre i radicali, il presidente della Liguria, Giovanni Toti e una parte del Pd hanno appoggiato la scelta di ospitare Zelensky al festival, un candidato alla segreteria Pd, Gianni Cuperlo, si è detto contrario, un altro come Stefano Bonaccini ha dato un colpo al cerchio e uno alla botte ("Se serve per sensibilizzare milioni di persone rispetto al dramma che sta vivendo l’Ucraina – la presenza di Zelensky può persino andare bene. Se invece deve diventare la spettacolarizzazione della guerra non è proprio il caso") mentre un terzo, Eli Schlein, non si è di fatto schierata.
Chi si è schierato eccome è Matteo Salvini. "Abbiamo sempre sostenuto la difesa dell’Ucraina aggredita – ha detto la La 7 – Se avrò dieci minuti di tempo per vedere il Festival di Sanremo, vedrò le canzoni, non Zelensky. Se Zelensky ha il tempo di andare agli Oscar o al Festival di Sanremo, lo sa lui. Ogni contesto merita serietà, anche Sanremo. Mi chiedo quanto sia opportuno che il festival della canzone italiana abbia un momento con la guerra e le morti in corso, non mi sembra che le cose vadano d’accordo".
Contrario alla partecipazione anche Carlo Calenda. Un gruppo di intellettuali (da Cardini a Freccero, da Moni Ovadia a Vauro) si è schierato contro la partecipazione del presidente ucraino e sta organizzando una manifestazione a Sanremo. Certo è che se voleva far parlar di Ucraina anche al festival, Zelensky c’è riuscito,
E se Sanremo pare in Italia il focus della questione ucraina, gli aiuti militari italiani, approvati dal Parlamento, vanno avanti. Il prossimo decreto armi, secondo la Difesa, è atteso già la prossima settimana. "Gli aiuti che arrivano – ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto – non sono solo per salvare l’Ucraina, sono un freno all’escalation che la guerra potrebbe avere espandendosi, così invece resta tra due nazioni. Bisogna avere il coraggio di fare scelte difficili per evitare scenari peggiori". "Secondo me – ha aggiunto – la terza guerra mondiale inizierebbe nel momento in cui i carri armati russi arrivassero a Kiev e ai confini dell’Unione Europa: chi dice qualcosa di diverso non conosce la realtà. Impedire che questo accada, è l’unico modo per fermare la III Guerra mondiale". Ieri a Villa Madama a Roma, Crosetto jìha incontrato il collega, Sébastien Lecornu, ministro francese della Difesa che "hanno riaffermato volontà di portare avanti la nostra agenda di sostegno militare all’Ucraina, di proteggere il Mediterraneo dalle nuove minacce e dì studiare l’accrescimento delle capacità di produzione comuni per quanto riguarda la difesa terra-aria". Tra i temi affrontati – a porte chiuse – anche l’invio di una batteria di missili antiaerei SampT per la quale sono in via di risoluzione i problemi tecnici (le batterie in Italia sono leggermente diverse da quelle francesi), ma l’idea che filtra è di mandare una configurazione ridotta – 3 lanciatori da 8 missili invece di 6, più il sistema di controllo e il radar – da parte dell’italia (costo circa 250 milioni di euro) mentre la Francia fornirebbe i missili Aster 30 in dotazione (costo 200 milioni per 100-110 missili, pari a poco più di 4 ricariche). Il tutto, entro marzo.