"Questo è gossip", taglia corto il procuratore capo di Trieste Antonio De Nicolo, in merito alla novità di giornata. Un antico aborto di Liliana Resinovich, scomparsa a Trieste il 14 dicembre del 2021 e ritrovata cadavere dopo tre settimane, il 5 gennaio 2022, in un boschetto dell’ex ospedale psichiatrico. Una scena orribile: due sacchi neri dell’immondizia e dentro il corpo della 63enne. Il giallo c’è tutto e da allora nessuno lo risolve, tra ipotesi di suicidio, sospetti di messa in scena e ricerca del possibile assassino. L’antropologa forense Cristina Cattaneo e il suo team sono al lavoro sulla salma.
Nell’attesa, Gabriella Marano, consulente della famiglia Resinovich, valorizza un’intercettazione del 5 marzo 2022 in cui Sebastiano Visintin, marito della defunta, racconta a una persona di sua fiducia che nel 1990 Liliana era rimasta incinta: verosimilmente di Claudio Sterpin, amico di una vita, ma, a quanto si desume, ignaro della possibile paternità (che difatti nega). Secondo la ricostruzione intercettata, la donna "nel 1990 o 1991" avrebbe confessato" il fatto a Visintin, e Visintin (all’epoca suo compagno) l’avrebbe accompagnata ad abortire, come da documentazione sanitaria agli atti. Ma i rapporti tra Resinovich e Sterpin, sarebbero proseguiti anche successivamente. E, secondo la consulente di parte, "Sebastiano non poteva non sospettare questa frequentazione", anzi sapeva bene "che la moglie andava a stirare le camicie a Claudio" (per la cronaca 82enne all’epoca della morte della donna).
Marano estrapola dall’intercettazione di Visintin (73 anni) anche il testuale in cui l’uomo ammette di avere ancora foto di Sterpin con Liliana, anzi di averne "parecchie negli hard disk sequestrati". Plateale (quanto comprensibile) il timore di Visentin che "il materiale" possa finire nelle mani della difesa. Insomma, pur senza dirlo esplicitamente, la famiglia Resinovich adombra un omicidio con movente sentimentale. Credibile, a 30 anni di distanza da quell’aborto che inaugura il sospetto dualismo tra coniuge e (probabile) amante? "Nonostante il marito continui goffamente a negare, mia sorella e Sterpin, da sempre, hanno avuto una relazione speciale che, con alti e bassi, si è trascinata negli anni", scandisce Sergio Resinovich, secondo il quale la sorella Liliana "non aveva ragioni per suicidarsi".
Sembra un attacco alla strategia investigativa e all’estrema cautela degli inquirenti. Il procuratore De Nicolo è stizzito: "Non mi interessa nulla di questa cosa che non ha niente a che vedere coi reati. Questo è gossip, non mi interessa né confermare né smentire. Al momento non ci sono novità. Abbiamo dato la parola alla scienza, abbiamo consulenti di capacità indiscusse a livello internazionale, aspettiamo che facciano il loro lavoro". Il fratello della defunta tira dritto e auspica che "non solo la scienza", ma i "comportamenti di tutti i soggetti coinvolti" siano "valutati tutti insieme" per arrivare alla verità.