Sabato 4 Maggio 2024

"L’emergenza non è finita Più controlli e tamponi"

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di Alessandro Belardetti

Professor Andrea Crisanti, è giusto prorogare lo stato di emergenza anche oltre l’estate?

"Sicuramente non siamo fuori dall’emergenza, la politica deve decidere. Una continuazione dello stato d’emergenza è funzionale alla facilitazione di processi decisionali – risponde il professore ordinario di Microbiologia all’università di Padova (nella foto sotto) –. Queste scelte hanno una base scientifica, ma toccano alla politica. Sarebbe, però, gravissimo se lo stato d’emergenza venisse allungato solo per fare tenere alta la guardia alle persone: io mi fido degli italiani, non siamo un Paese di ragazzini".

Per quanto tempo ancora dovremmo vivere seguendo l’agenda che detta il Covid?

"Tutto dipende da due fattori: la durata della protezione innescata dal vaccino con gli anticorpi e la capacità delle varianti del coronavirus di adattarsi a noi, superando il muro del vaccino. Sulla durata della copertura ancora non ci sono certezze, ma per almeno otto mesi sembra provata. Sulle varianti ho qualche dubbio in più, nel senso che potrebbero spuntare. La Delta pare in grado di infettare chi ha fatto una sola dose di immunizzazione, quindi conviene completare il ciclo".

Mascherine e distanziamento. Per quanto tempo ancora dovremmo essere accompagnati da queste restrizioni?

"Sono tutte misure che contribuiscono a diminuire l’indice di contagio Rt e in alcune circostanze di rischio si rivelano di grande utilità. Ma la battaglia non si vince con le mascherine".

E come?

"Pretendendo dalle istituzioni un implementazione di altre misure per renderci meno vulnerabili".

Quali?

"Ripristinare controlli e restrizioni alle frontiere dalle zone a rischio, aumentare il sequenziamento del virus per stanare più varianti possibili e varare un programma di tracciamento efficace. Quello che abbiamo è dilettantesco".

Stiamo abbassando la guardia?

"Ora che il contagio sta calando, bisogna aumentare il numero di tamponi, non diminuirlo, come sta succedendo. E’ adesso che bisogna accelerare con il tracciamento, quando la diffusione è controllabile. In Inghilterra ne fanno un milione al giorno. E bisogna anche migliorare la qualità dei test: fare tamponi alle persone giuste, interrompendo le catene di trasmissione".