di Giovanni Rossi
La fama sinistra di via Nomentana, teatro di altri lutti giovanili, riporta in primo piano il tema della sicurezza sulle strade romane. Silvia Frisina, delegata di presidenza dell’Afvs (Associazione familiari e vittime della strada), non specula sul tema: "L’incidentalità alla guida dipende dal fattore umano per il 94% dei casi. Solo una piccola percentuale di sinistri è riconducibile, come prima causa, a problematiche infrastrutturali".
Ma strade dissestate e segnaletica carente possono aggravare l’esito di scelte sbagliate alla guida. Come affrontate il tema?
"La nostra Associazione promuove il progetto #stradesicure: consiste nella mappatura delle criticità presenti sulla intera rete infrastrutturale dei Comuni prescelti, affidata in ottica di rieducazione a chi ha commesso reati in violazione del Codice della strada. Tutta l’attività viene svolta da soggetti in messa alla prova (un centinaio in due anni) quale pena sostitutiva".
L’obiettivo concreto?
"L’individuazione e la segnalazione di assenza di cartellonistica orizzontale o verticale, di presenza buche sul manto stradale, di pericolosità negli attraversamenti pedonali, di presenza di ostacoli fissi non protetti. Ed è solo l’inizio".
Il seguito?
"Ugualmente pratico. Con i sotto-progetti #bastabuche e #stopstradekiller, quest’ultimo in collaborazione e con il supporto tecnico di SMA Road Safety, oltre trenta soggetti messi alla prova concorrono alla compilazione di schede di segnalazione testuali e fotografiche che vengono immediatamente inviate a prefettura ed enti di gestione: confidando che agiscano".
Il Comune di Roma è vostro partner?
"No, nonostante puntuali richieste via pec, in particolare per il progetto ’Ruote ferme Pedoni salvi’ relativo agli attraversamenti sulle strisce, continuiamo a non ricevere riscontri alle proposte inviate alla Polizia di Roma Capitale".