Sabato 9 Novembre 2024
CESARE
Cronaca

L’asse del male in versione web fa ancora paura

Cesare

De Carlo

Forse è stato un glitch, forse un system outage o una semplice malfunction. O forse no. La paralisi del traffico aereo americano è un evento troppo grave per appianarsi nella prudenza consolatoria della Casa Bianca. Non ci sarebbero evidenze di un cyberattack. Ma anche se ci fossero non conviene rivelarlo. Né agli autori conviene ammetterlo. Le guerre informatiche sono anonime e proprio per questo più devastanti sulla vulnerabilità delle nostre infrastrutture: con chi te la prendi? come reagire? come prevenire? La counter intelligence deve ricorrere alle deduzioni. Riassumiamole sulla base del Digital Defense Report 2022 di Microsoft. Prima deduzione: dall’Ucraina in poi gli attacchi orchestrati da regimi stranieri sono passati dal 20 al 40 per cento del totale. Seconda deduzione: per il 90 per cento hanno colpito i membri della Nato. Provenivano dalla Russia in primo luogo: i suoi informatici sono i più efficienti del mondo. Quelli privati e ancor più quelli governativi: 4.100 casi nel 2022. Fra gli obiettivi: la rete energetica americana, quella idrica della Florida, l’apparato ospedaliero, le pipeline e ovviamente l’infiltrazione di virus e di altri malware destinati a estorsioni o allo hackeraggio dei sistemi militari. Molto attiva la Cina comunista che con la Russia postcomunista ha formato una riedizione dell’asse del male (una volta era quello dell’Urss e del Patto di Varsavia).

I cyberattack cinesi si rivolgono allo spionaggio e al furto di informazioni. Sotto accusa compagnie telefoniche come Huawei o social come Tiktok. Collaterali in questo campo vanno considerati l’Iran e la Corea del Nord, altri apprendisti perversi dei maestri del cyberspazio. E allora ricordiamoli questi maestri: si formarono nei garage della Silicon Valley, in due decenni divennero ricchi e potenti e ora sono i dittatori degli algoritmi che ci schiavizzano. ([email protected])