Lunedì 6 Maggio 2024

Guerra in Ucraina, Putin sempre più saldo. L’analista: non tratterà: "Vuole la resa di Kiev"

Lo zar si candida ufficialmente alle presidenziali russe del 2024. Alcaro (Iai): "Per l’Ucraina è il momento più delicato di questi mesi".

Kiev, 9 dicembre 2023 – "Il 2024 sarà un anno decisivo per Kiev, e non tanto per quel che succederà in Ucraina ma per quanto accadrà a Bruxelles e soprattutto a Washington. Putin attende e spera". Così Riccardo Alcaro, responsabile del programma “Attori globali“ dell’Istituto Affari Internazionali. "Questo – dice – è il momento più delicato per la difesa del’Ucraina dalle prime settimane dell’invasione russa. E ci sono tre ragioni, la prima negli Stati Uniti, la seconda in Europa, e la terza è il conflitto a Gaza".

Vladimir Putin, presidente della Federazione russa
Vladimir Putin, presidente della Federazione russa

Iniziamo dall’America. Il sostegno politico economico e militare all’Ucraina rischia di indebolirsi?

"Il sostegno è in calo ed è crollato nell’elettorato repubblicano. Soprattutto è in caduta libera nei gruppi repubblicani al Congresso, che vogliono legare gli aiuti a Kiev all’aumento di fondi per questioni che sono più in alto nella loro agenda, come il contrasto all’immigrazione clandestina. Questo ha affossato il difficile negoziato per un pacchetto da oltre 100 miliardi di dollari, 61 dei quali per l’Ucraina. Non sembra esserci una soluzione immediata, ma io sono sempre convinto che un accordo si troverà: i repubblicani stanno tirando la corda per strappare più concessioni ma poi si metteranno d’accordo anche per l’Ucraina. Ma se qualche mese fa avrei detto che ne ero quasi certo, ora non più, è molto probabile, ma non affatto sicuro".

L’Europa potrebbe imitare gli Stati Uniti?

"Anche qui ci sono problemi, in parte dovuti anche alle difficoltà americane. Gli europei si erano accordati perché fosse stanziato per l’Ucraina un fondo per il supporto economico, dal 2024 al 2027, da 50 miliardi, che dovrebbe essere approvato assieme alla revisione di metà mandato del bilancio dell’Unione europea. Ma alcuni Stati, in primis la sempre più nazionalista Ungheria, si sono messi di traverso. Anche qui, l’Ungheria tira la corda per avere più soldi, ma il risultato ultimo è che i fondi per Kiev sono a rischio".

Terza questione, la guerra a Gaza

"La questione di Gaza impatta perché Biden è persuaso che gli Stati Uniti abbiano la possibilità di occuparsi di entrambe le questioni ma i realtà l’energia e il capitale diplomatico deve essere diviso, e poi nel Congresso i repubblicani sono più propensi ad aiutare Israele e questo complica ancora di più il negoziato sui 100 miliardi di dollari".

E Putin gode. Viaggia nel Golfo, si ricandida alle presidenziali (del 2024).

"Putin ha avuto il migliore mese dall’arenarsi dell’invasione. La controffensiva ucraina sembra essersi esaurita, non c’è sicurezza che Kiev possa essere rifornita in maniera adeguata a giustificare le proprie ambizioni e anche l’economia ha trovato una sua stabilizzazione, almeno a breve, grazie agli ingenti investimenti nello sforzo bellico. Putin si sente più sicuro e quindi si ricandida, guardando con speranza al 2024: se vincesse Trump, si augura che il rubinetto degli aiuti a Kiev possa ridursi".

Putin punta ad arrivare ad una trattativa per tenersi tutti i territori conquistati?

"No, perché la Russia non vuole una trattativa, neppure se gli fossero concesse tutti i territori annessi, ma una resa. La verità è che Putin, se e quando si esaurisse l’aiuto occidentale, spera ancora di potere arrivare al collasso dell’Ucraina: il suo vero obiettivo. E l’altro motivo è che se ci fosse un accordo negoziato e dovesse finire l’economia di guerra, i nodi verrebbero al pettine e l’economia russa andrebbe in crisi e così il suo consenso. E quindi la guerra serve a Putin, e fino alla vittoria: costi quel che costi".