di Rosalba
Carbutti
Uno dei primi effetti del ribaltone-rivoluzione di Elly Schlein si vedrà nella sua squadra. Dai primi nomi che trapelano e si rincorrono nei Palazzi ci sono molti quarantenni, alcuni outsider e diverse donne. Non mancherà – si ripete – qualche innesto made in Bologna, la città dove vive, roccaforte Pd e della sinistra. I nomi che si danno per papabili sono il braccio destro Marco Furfaro, portavoce della mozione Schlein, che potrebbe essere il vice di Elly o magari il coordinatore della segreteria. In attesa di capire quale sarà il ruolo dei big che l’hanno sostenuta (tra gli altri, Nicola Zingaretti, Goffredo Bettini, Andrea Orlando e Dario Franceschini), non mancano le prime indiscrezioni.
Data in pole position nel risiko segreteria (o come capogruppo alla Camera) c’è la romana Michela Di Biase. Ex capogruppo dem quando regnava su Roma Virginia Raggi, oggi deputata Pd, è anche la moglie di Franceschini, che con la sua Area Dem ha scommesso sull’outsider piuttosto che sul rodato governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. Date in cima alle preferenze Chiara Braga e Chiara Gribaudo (con Letta aveva la delega ai giovani), papabili sia per la segreteria, sia come capogruppo alla Camera. Per il Senato, invece, potrebbe spuntarla Francesco Boccia.
Le attuali capogruppo, Debora Serracchiani e Simona Malpezzi, hanno sostenuto il governatore emiliano-romagnolo, quindi in un’ottica di rinnovamento, cambiamento, rivoluzione e ribaltone forse passeranno il testimone. In quota bolognese, giusto per semplificare, potrebbe spuntare Mattia Santori. L’ex leader delle Sardine, oggi consigliere Pd sotto le Due Torri, che nel 2020 portò in piazza i pesciolini contro Salvini a favore proprio di Bonaccini, potrebbe oggi entrare nella stanza dei bottoni del Nazareno. Proprio quel Nazareno dove tentò di piantare la tenda all’indomani delle dimissioni choc. Sarà un caso, ma proprio ieri dall’ex Sardina sono arrivate le scuse per quel gesto. Ha preferito non sbilanciarsi, invece, sul suo possibile ingresso nella squadra di Elly, salvo limitarsi a un politichese "sono a disposizione".
Sempre dalla città delle Due Torri, potrebbe avere un ruolo nella squadra-organizzazione Schlein, anche il sindaco Matteo Lepore che da quando è stato eletto ci tiene a sventolare la bandiera di Bologna, città più progressista d’Italia. Forte di essere stato l’unico sindaco di una grande città dell’Emilia-Romagna a scommettere su Elly, mentre tutti gli altri hanno preferito ’il pres’ emiliano, potrebbe giocare un ruolo di primo piano. Se non sarà lui, potrebbe comunque entrare al Nazareno qualcuno dei suoi fedelissimi (dallo stesso Santori a qualche consigliere o dirigente locale).
Nel toto-nomi si parla anche del deputato Marco Sarracino come papabile all’Organizzazione, la sindaca di Crema, Stefania Bonaldi, magari ai Territori, Alessandro Zan, forse come responsabile ai Diritti, ma "potrebbe anche essere qualcosa di più ampio", dice ai cronisti.
Non dovrebbe mancare una casella per Stefano Vaccari, modenese, già responsabile dell’Organizzazione sia con Nicola Zingaretti, sia con Enrico Letta. Della sinistra del partito, potrebbe spuntare un ruolo di rilievo Peppe Provenzano. Ex vicesegretario dem, ha dalla sua il vantaggio dell’anagrafe (è classe 1982). Infine, la quota ’Articolo 1’ potrebbe portare in dote uno o due nomi. Arturo Scotto, che molto si è speso nella campagna per la neosegretaria Pd, è dato per probabile, così come Nico Stumpo, ex responsabile Organizzazione dei tempi bersaniani.
Infine, in attesa della proclamazione ufficiale di Elly all’assemblea del 12 marzo, resta il rebus presidenza che potrebbe essere riconosciuto alla minoranza di Stefano Bonaccini. "Si sta dialogando in questa direzione", dice qualche sherpa dalle terre d’Emilia. Ma per saperne di più ci vorrà ancora un po’ di tempo.