di Achille Perego
Il costo del denaro diventa più caro di mezzo punto rendendo più salati prestiti e mutui. Dopo la mossa della Fed, la banca centrale americana, che mercoledì aveva alzato i tassi di un altro 0,25% al 4,50%, ieri è arrivata la decisione della Bce che ha annunciato, con decorrenza 8 febbraio, un incremento dello 0,5% del tasso di riferimento in Europa portandolo al 3%, il massimo da ottobre 2008.
UN MURO ANTI-INFLAZIONE
Dopo i quattro rialzi del 2022, l’istituto guidato da Christine Lagarde prosegue nella stretta sul credito per combattere un’inflazione che ha ridotto la corsa (8,5% nell’Eurozona e 10,1% in Italia) ma resta ancora ben lontana dall’obiettivo del 2%. Così la Bce ha spiegato che i rialzi del costo del denaro proseguiranno "in maniera significativa" con un ulteriore 0,5% a marzo.
LA REAZIONE DEI MERCATI
Pur preannunciando di voler continuare a tenere alta la guardia contro la pressione sui prezzi che secondo Lagarde resta "forte", e di non vedere ancora in Europa processi di disinflazione come negli Usa, l’aver spiegato che dopo il rialzo di marzo si valuterà la successiva evoluzione della politica monetaria e soprattutto che "le prospettive della crescita e dell’inflazione sono ora più bilanciati" sebbene nel breve l’economia resterà "debole", ha messo le ali ai mercati azionari. Tutte le Borse europee hanno terminato la giornata sugli scudi - +1,49% Milano ai massimi da un anno – con gli operatori che vedono avvicinarsi la fine del ciclo rialzista dei tassi. Prospettiva che ha portato anche a un calo di 39 punti base del rendimento del Btp decennale sceso al 3,89%, il crollo maggiore da marzo 2020 e a una flessione di 18 punti a quota 182 dello spread.
L’EFFETTO SUI MUTUI
A subire maggiormente le conseguenze negative del rialzo dei tassi sono i mutui, in particolare quelli a tasso variabile. Secondo Mutuionline.it la rata di un finanziamento medio (140mila euro per un immobile del valore di 200mila) aumenterà al mese fra i 33 euro (scadenza 10 anni) e i 39 (30 anni). In base alle simulazioni di Facile.it per un mutuo variabile di 126mila euro con durata 25 anni sottoscritto a gennaio 2022, i rialzi dei tassi hanno comportato un incremento della rata mensile da 456 a 653 euro, quasi 200 euro in più.
SURROGHE E TASSO FISSO
Per difendersi dal caro-mutui si può pensare di optare per la surroga, passando da un tasso variabile a uno fisso e allungando la scadenza, per ridurre l’importo della rata. Del resto oggi, spiega Guido Bertolino di MutuiSupermarket.it, la forbice tra tassi variabili e fissi (attorno al 4%) si è molto avvicinata e con le prospettive di nuovi aumenti della Bce la scelta privilegia il fisso mentre hanno perso appeal i mutui con il cap (tetto).
FAMIGLIE E IMPRESE
L’aumento dei tassi avrà riflessi negativi anche sui prestiti personali e i tassi del credito al consumo e dei pagamenti rateali. Più cari anche i finanziamenti per le imprese, tanto che Confesercenti parla di "macigno sui conti delle aziende" e calcola in 9 miliardi l’aggravio del costo-prestiti nel triennio.
LA DIFESA DEI RISPARMI
I maggiori rendimenti dei titoli di Stato – sapendo che 100 punti base in più costa alle casse del Tesoro 19 miliardi in tre anni – e dei bond delle società, stanno facendo del 2023 l’anno del riscatto del reddito fisso. Investire in Btp garantisce un rendimento attorno al 3,5-4% e ancora più elevati sono i tassi delle emissioni societarie. Gli esperti consigliano emissioni con scadenze medie (3-5 anni). Una quota del portafoglio andrebbe investita in azioni in vista di una possibile ripresa delle Borse con in testa i titoli bancari.