Via libera dell’Europarlamento alla prima legislazione al mondo che regolamenta l’intelligenza artificiale. La plenaria ha approvato ieri con 523 voti a favore, 46 contrari e 49 astenuti l’Atto sull’Ia, che ha superato così un altro ostacolo sulla strada dell’entrata in vigore e ora attende solo l’approvazione del Consiglio dell’Ue. L’auspicio è che queste norme fissino uno standard globale per la regolamentazione dell’Ia in altre giurisdizioni. "Stiamo regolamentando il meno possibile, ma quanto necessario", ha commentato il commissario al Mercato interno e al Digitale Thierry Breton. "Tuteliamo i diritti dei lavoratori e dei cittadini. Dovremo ora accompagnare le aziende a conformarsi alle regole prima che entrino in vigore. Siamo riusciti a mettere gli esseri umani e i valori europei al centro dello sviluppo dell’Ia", ha detto Brando Benifei (Pd), correlatore sull’Artificial Intelligence Act della Commissione per il mercato interno del Parlamento europeo.
Si tratta di un sistema di norme molto ampio, che disciplina le diverse applicazioni dell’intelligenza artificiale a seconda del livello di rischio che pongono. Divieto per le applicazioni che manipolano comportamenti o decisioni e per quelle di polizia predittiva, che segnalano la pericolosità di una persona prima che commetta un crimine: "Grazie a questo testo – ha spiegato Benifei in conferenza stampa – pratiche inaccettabili in Europa saranno ora vietate, come il riconoscimento delle emozioni sul posto di lavoro o la deduzione dell’appartenenza etnica o religiosa di una persona sulla base di dati biometrici". Il regolamento stabilisce anche che le immagini e i contenuti audio o video artificiali o manipolati (i cosiddetti "deepfake") dovranno essere chiaramente etichettati come tali e sono previsti obblighi precisi per gli usi dell’Ia nei processi democratici come nel caso di sistemi usati per influenzare le elezioni. Non sono vietate, ma ben regolate, altre applicazioni ad alto rischio, che si applicano in settori come la salute, il lavoro o la giustizia: in questo caso vale il principio della supervisione umana.
I sistemi di riconoscimento facciale potranno essere usati solo con autorizzazione del giudice e in circostanze definite come emergenze terroristiche, ricerca di vittime o di sospettati di crimini gravi. A seconda della violazione o delle dimensioni dell’azienda eventualmente coinvolta, saranno comminate multe che possono andare da un minimo di 7,5 milioni di euro o l’1,5% del fatturato, fino a 35 milioni di euro o il 7% del fatturato globale. Le norme entreranno in vigore gradualmente, i primi a scattare saranno i divieti, e man mano verrà introdotto il resto.