e Cristina Degliesposti
CARPI (Modena)
"Ho assistito alla deriva dell’umanità". Quella che l’ha portato a uscire di casa ieri mattina convinto di andare ’solo’ al lavoro, a scuola dai suoi alunni e che invece l’ha costretto a rincasare, a sera, col naso rotto, 30 giorni di prognosi e una cartella piena di solidarietà da ogni dove. Vincenzo Giordano, ingegnere civile, non pensava certo di finire preso a pugni da un branco di ragazzini quando, a fine estate, ha accettato l’incarico di insegnante di sostegno all’istituto superiore professionale Vallauri di Carpi (Modena). E invece questa è stata la ’ricompensa’ rimediata dal prof per essersi frapposto tra il branco – una decina di stranieri tra i 15 e i 17 anni, molti dei quali pachistani, studenti di altri istituti carpigiani ma alcuni venivano anche dal Reggiano – e un alunno inerme, maggiorenne, finito nel mirino di una vera e propria spedizione punitiva. L’intervento del prof l’ha salvato da un pestaggio dove avrebbe avuto la peggio, ma il sangue ha scorso comunque.
Tutto accade verso la fine della ricreazione. Da un buco nella siepe del cortile – lo stesso che sarà poi usato per la fuga – entra la banda. Sul volto sciarpe e passamontagna, tra le mani coltellini e tirapugni. Era tutto studiato, preparato, tranne l’imprevisto: quel professore-coraggio che di lì a poco avrebbe impedito la mattanza. Scatta il raid e l’alunno nel mirino finisce in un flipper di colpi. Il docente, in cortile con altri colleghi, si accorge di tutto. E interviene. Per due volte cerca di difendere l’alunno, separandolo dal gruppo, fino a quando non incassa lui un pugno in faccia. Frattura del setto nasale, sentenzia il pronto soccorso. "Mi sono inginocchiato per terra, stavo per perdere i sensi. Per il colpo gli occhiali mi si sono spezzati a metà – racconta –. In ospedale mi hanno detto che ho rischiato di perdere l’occhio destro". Il prof non si recrimina nulla: "Ho sentito di dovere di intervenire altrimenti sarebbe stato ridotto ad una pozza di sangue. Ho fatto solo quello che mi ha detto l’istinto".
Per la dirigente della scuola lui è già il prof-eroe, ma Giordano minimizza: "I veri eroi sono stati i colleghi che mi hanno aiutato a rialzarmi e che mi hanno accompagnato in ospedale". Sicuramente l’episodio l’ha segnato: "Ho assistito alla deriva dell’umanità e delle giovani generazioni – ammette –. Sono ancora sotto choc, mai vista tanta rabbia in vita mia". Carabinieri e polizia locale accorsi sul posto si sono messi subito al lavoro per individuare la banda che, pare, avesse tentato lo stesso colpo martedì al Da Vinci e nel giro di poco i nomi di tutti i coinvolti erano già sul rapporto degli inquirenti, grazie anche alle telecamere.
L’episodio riaccende però i riflettori su un fenomeno, quello della violenza contro i docenti. Secondo l’indagine di Skuola.net circa il 70% delle aggressioni si fermano sul piano verbale, ma nel 18% dei casi si parla di atti fisici, come lancio di oggetti o mani addosso.