
L'impianto Accam di Busto Arsizio
Busto Arsizio, 11 dicembre 2014 - Pronto a chiedere che l’impianto Accam sia smantellato a partire dal 23 dicembre se per il futuro dell’inceneritore non si arriverà a una «decisione condivisa e responsabile»: è l’ultimatum del sindaco di Busto Arsizio, Gigi Farioli, di fronte ad una situazione tutt’altro che facile da sbloccare.
Intanto tra i 27 sindaci dei Comuni che conferiscono rifiuti nell’area in via Arconate, nel rione di Borsano, la posizione è tutt’altro che condivisa: anzi nelle ultime settimane si è manifestata con chiarezza, a colpi di lettere, che ci sono sindaci (alcuni dell’Alto Milanese soprattutto) favorevoli allo spegnimento dell’inceneritore per dare il via al progetto della “fabbrica di materiali”, con recupero e riciclo. Partita dunque complessa, proprio per le differenti posizioni che sono emerse e dalle quali dipende il destino dell’impianto che da oltre quarant’anni brucia immondizia.
L'altro giorno anche il sindaco Farioli ha inviato una lettera con cui, prima dell’assemblea dei comuni di Accam nella quale si dovrà decidere, chiede un incontro con la Regione. In Regione nella giornata di martedì c’è stato un incontro di alcuni esponenti delle forze di maggioranza bustesi tra cui gli assessori Paola Reguzzoni e Giampiero Reguzzoni con l’assessore regionale Claudia Terzi e il presidente della Commissione Ambiente, Luca Marsico, sull’argomento Accam. «La Regione è aperta al confronto con il territorio in merito al futuro di Accam – ha detto Marsico – la Regione ribadisce anche l’impegno nel processo di valorizzazione della raccolta differenziata che ha in provincia di Varese percentuali tra le più virtuose a livello regionale. In questo senso va fatta una profonda riflessione valutando la sostenibilità e la competitività del presunto revamping».
Riflessione dunque mentre sul tavolo c’è l’ipotesi del mini-revamping, quindi ristrutturazione di una sola linea. Un atto di coraggio nella scelta per il futuro la sollecitano i comitati e le associazioni che da tempo chiedono lo spegnimento dell’inceneritore. «Basta chiacchiere, basta polemiche, noi chiediamo un atto di responsabilità ai sindaci del territorio – dice Adriano Landoni, portavoce del Comitato ecologico inceneritore e ambiente, attivo da oltre vent’anni - dicano stop al passato, dunque nessun minirevamping. Basta incenerire, devono pensare prima di tutto alla salute dei cittadini e all’ambiente, e allora devono scegliere la strada della “fabbrica di materiali”, puntando su recupero e riciclo«. Al sindaco Farioli che ha ventilato in caso di mancato accordo tra i sindaci lo smantellamento dell’impianto, i comitati replicano «lo spenga».