Il virologo: nessuna seconda ondata. "I ricoveri calano, è ciò che conta"

Nuovi focolai, Palù: quasi tutti i malati sono asintomatici e la maggior parte degli infetti arriva dall’estero

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Il rialzo degli indici di contagio (Rt) in sei regioni italiane, rilevato dal monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità, e il lieve aumento dei casi, registrato negli ultimi giorni, hanno sollevato nuove paure sulla ripresa dell’epidemia da Coronavirus. Ne parliamo con Giorgio Palù, past president della Società europea di virologia e ordinario all’università di Padova.

Professore, stiamo andando verso una seconda ondata?

"Nella fase discendente della curva epidemiologica, dove ci troviamo, prendere in considerazione l’aumento degli indici Rt (Indice di riproduzione basale o di contagiosità del virus), come indicatore di futuro aumento di contagi, ha poco senso, soprattutto se calcolato nell’arco temporale di pochi giorni. Andrebbe eventualmente analizzato l’indice di duplicaione virale, calcolato sui casi incidenti dei nuovi focolai. in uno spazio temporale di almeno alcune settimane. Quello che in questo momento deve però tranquillizzare è il calo dei decessi e dei ricoveri, anche in terapia intensiva".

E i nuovi contagiati?

"Sono in maggioranza casi d’importazione, quasi tutti asintomatici o paucisintomatici, tranne pochissime eccezioni, come quel paziente veneto che aveva rifiutato di curarsi".

Che significato dare quindi ai recenti dati?

"Ci fanno capire una sola cosa: il virus è ancora presente, come ci si aspetta da un virus pandemico che manifesta una grande affinità con l’ospite, cioè l’essere umano. La stagione che stiamo vivendo, grazie alle alte temperature, all’azione dei raggi solari e alla minore condivisione di spazi al chiuso ci protegge. Ma dobbiamo tenere alta l’attenzione per limitare la diffusione del virus in vista dei mesi più freddi dove il problema potrebbe riproporsi. Quindi avanti con mascherine e distanziamento sociale, sensibilizzando particolarmente i giovani della movida che a volte tendono ad abbassare la guardia ".

Cosa pensa delle restrizioni annunciate ieri dal governo catalano?

"Non voglio dare giudizi, ma limitandoci al caso Italia un nuovo lockdown o limitazioni più rigide di quelle attuali sarebbero una rovina per l’economia".

Come procedere allora nella lotta al virus?

"Attraverso il potenziamento della medicina di base e del territorio, di quegli strumenti, come le app, che consentono di tracciare e circoscrivere immediatamente gli eventuali focolai e di investimenti in ricerca virologica, che ci permetta di individuare i nuovi virus con potenziale pandemico all’interfaccia uomo-animale, prima che emergano in modo massivo".